BLUE ECONOMY

BLUE ECONOMY

di Salvatore Carrara

La “Blue Economy “ si prefigge di generare nuove economie occupazionali, identificare e valorizzare materie prime e preservare un ecosistema fondamentale, quello dei mari e degli oceani. Essa rappresenta una grande opportunità, soprattutto per l’Italia, che con oltre 8.000 Km di costa, è una vera e propria piattaforma nel Mediterraneo in grado di esprimere una leadership in diversi settori legati alla economia del mare e con un ulteriore potenziale di sviluppo.

Basti pensare alla eccellenza nella cantieristica navale, ai porti, alla logistica portuale, al settore dei trasporti marittimi che assicura più del 90% della movimentazione di beni nel mondo, generando solo il 3% delle emissioni di CO2 mondiali e al turismo del mare, rilevante per le comunità costiere, insieme alla pesca e all’acquacultura. Mari e oceani sono sempre più protagonisti, anche nel campo delle energie rinnovabili, come nel caso dell’eolico offshore e del solare galleggiante, o di nuove tecnologie che sfruttano il moto ondoso per generare energia.

Il “mondo blue” non è solamente legato a ciò che viaggia sulla superficie, ma anche ciò che sta sotto. Il subacqueo sta attirando sempre più attenzione e interessi. Gran parte delle infrastrutture energetiche e di comunicazione passano oggi, infatti, lungo i fondali marini, come veri e propri ponti che collegano paesi e continenti e che spesso sono anche oggetto di minacce, in un clima geopolitico sempre più complesso. A livello internazionale, si è anche sviluppato un intenso dibattito sulle terre rare e la ricerca di minerali critici sul fondo del mare, così indispensabili per la stessa transizione green. Sempre dal mare, nascono progetti innovativi legati alla possibilità di identificare, e addirittura “coltivare”, nuove sostanze destinate all’alimentazione di una popolazione mondiale in continua crescita. Tutte queste attività e interessi sotto il mare stanno favorendo anche grandi investimenti in innovazione tecnologica nel campo della robotica sottomarina, che consentono, da un lato di sorvegliare e manutenere le infrastrutture critiche sottomarine, e dall’altro di esplorare i fondali e monitorare la biodiversità.

L’economia blue offre prospettive di crescita economica rilevanti in tanti campi e con molte sfumature. Occorre tener conto che tutti i settori della “Blue Economy” dipendono da ecosistemi marini e costieri sani che sono possibili solo attraverso una attenta regolamentazione e una forte attività innovativa, volte a preservare e tutelare mari e oceani che rappresentano circa il 70% della superficie del nostro pianeta e rendono la Terra un vero e proprio pianeta blu.

Fonte Foto: Pxhere.comToryYu1989Licenza

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