GIRARE PER IL MONDO O RESTARE NEL PROPRIO GUSCIO?

GIRARE PER IL MONDO O RESTARE NEL PROPRIO GUSCIO?

di Salvatore Carrara

Mi chiedo spesso se si sia più felici andando in giro per il mondo, abbandonando i luoghi conosciuti e le amicizie della giovinezza, o, piuttosto, restando protetti nel proprio “guscio“, evitando di guardare al di fuori di esso, accontentandosi di una visione del mondo limitata a quello che si riesce a vedere senza sporgersi troppo. Certamente, ci sono dei vantaggi e degli svantaggi per ambedue le soluzioni.
Rimanere in un ambiente noto, fra gente conosciuta, seguire il tran-tran delle giornate, dei mesi e degli anni, incontrare gli stessi visi, fare gli stessi discorsi legati al solito ambiente e alle stesse persone, dà sicuramente un senso di sicurezza e di ipotetica serenità. Occorre, peraltro, accettare la monotonia, la mancanza di esperienze differenziate, rinunziare all’apertura mentale che i cambiamenti portano e alla formazione di una forte personalità derivante dal dover affrontare sempre nuove difficoltà ambientali e sociali.
Non intendo radicalizzare il mio pensiero. Sicuramente, anche restando sempre nel luogo di origine, è richiesto impegno per progredire nel proprio futuro e imporsi nella società, e presenta delle difficoltà da superare, ma il tutto avviene in una certa cornice di sicurezza, senza grandi sorprese se non quelle che la vita presenta agli esseri umani.
Io ho fatto tantissime esperienze, alcune belle ed esaltanti e altre difficili e talvolta con risvolti negativi. Trovarsi all’improvviso proiettati in ambienti completamente antitetici a quelli di provenienza e pieni di difficoltà sostanziali, oltre che di grande pericolosità, è molto difficile, specialmente se la propria posizione comporta il coinvolgimento di altri esseri umani e anche la responsabilità della salvaguardia della loro vita.
Immagino che sia bello e rilassante incontrare spesso i propri amici di una vita e passare amenamente del tempo con loro, magari parlando del passato, e sentendosi protetti nel guardare al futuro con la certezza di trovarli sempre negli stessi luoghi di incontro ormai sperimentati.
Devo comunque confessare che talvolta ripenso con nostalgia alla mia vita giovanile nella mia isola e ai miei amici e compagni che ci sono rimasti quasi per sempre o, dopo brevi parentesi, ci sono ritornati. Io me ne sono staccato quando ero molto giovane, e, a parte pochissime volte, e per poco, ci sono ritornato, non avendo neanche il tempo di rivederli.
La vita che mi sono scelta, e che ho fortemente voluto, mi ha portato in giro per il mondo, quasi in cerca di sempre nuove avventure, ma non mi ha più consentito, a causa dei continui spostamenti, di stringere nuove e durature amicizie come quelle dell’infanzia e della giovinezza. Credetemi, non me ne rammarico, ma mi rimane sempre il solito interrogativo: come sarebbe stata la mia vita se fossi rimasto nel mio “guscio”? Sarei forse stato più felice?

Fonte Foto: Pxhere.comMohamed HassanLicenza

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