
LA NOSTRA PARATA DEL 2 GIUGNO E QUELLE DEGLI ALTRI
di Guido Di Massimo
La parata del 2 giugno è ormai archiviata, ma qualche riflessione la possiamo ancora fare: sindaci, protezione civile, pompieri, crocerossine insieme con militari di tutte le armi e le specializzazioni, polizia, corazzieri e altri reparti a cavallo, paracadutisti e frecce tricolori. Tra gli uomini molte donne, tranne forse – giustamente – nei reparti incursori che la pesantezza dell’addestramento e la necessaria forza fisica rendono poco adatti alle donne. Le armi, tranne quelle leggere, più che altro a corredo delle divise, sono state del tutto assenti: carri armati, cannoni, missili e lanciamissili sono “rimasti nei cassetti”. Nessuno sfoggio guerresco come erano invece di regola negli anni 50 e per molti decenni ancora quando lo sferragliare di pesantissimi carri armati facevamo tremare il suolo di via dei Fori Imperiali.
I tempi sono cambiati. La crescente lontananza temporale dalla Seconda guerra mondiale e una diversa sensibilità hanno reso l’Italia più tranquilla, serena e pacifica. La differenza con le parate militari di paesi come Russia, Cina, Corea del nord e altre nazioni, parate che abbiamo visto e vediamo tramite le televisioni, sono abissali: a fronte della nostra pacifica e civilissima parata organizzata per festeggiare la più sentita e radicata delle nostre feste civili, in quei paesi vediamo minacciosi sfoggi di missili e terribili distruttive macchine da guerra. Per loro la potenza militare è tutto.
La differenza è evidente. Le parate mostrano lo spirito delle nazioni, il loro grado civiltà e serenità così come il loro grado di aggressività e “minacciosità”. Purtroppo si convive tra lupi – le parate di questi paesi lo mostrano chiaramente – e dobbiamo prenderne atto. Dobbiamo essere e mantenerci pacifici ma non ignorare le minacce che possono venire dall’esterno e che sono tanto più attuali quanto più si è disarmati e imbelli.
Dobbiamo difendere la pace non sfoggiando armi ma avendone, e saperle usare come necessario per scoraggiare la brama e volontà di potenza che aleggia e che si è fatta concreta nel modo attuale, come dimostra la tragica aggressione subita dall’Ucraina per le brame imperiali mai sopite della ex Unione Sovietica ora Federazione Russa.
Fonte Foto: Flickr.com – Dipartimento della Protezione Civile – Licenza