LE RIFORME DELLA GIUSTIZIA, TRA IL DIRE E IL FARE

LE RIFORME DELLA GIUSTIZIA, TRA IL DIRE E IL FARE

di Giuseppe Gullo

L’unione della Camere penali ha indetto uno sciopero degli associati per protestare contro l’inerzia del Governo e del Parlamento sulle indifferibili riforme promesse e mai attuate. L’iniziativa sancisce anche formalmente la fine della “luna di miele” con il Guardasigilli e il Governo, dopo alcuni mesi di attesa nei quali alle dichiarazioni rese davanti al Parlamento non sono seguiti atti conseguenti.
Il Ministro Nordio è un magistrato di lunga esperienza per il quale sicuramente gli impegni assunti non sono stati impeti  incontrollati. È ragionevole pensare che essi siano stati concordati con la maggioranza che l’ha indicato e in primo luogo con la Presidente del Consiglio. In effetti, il contenuto delle dichiarazioni programmatiche e il tenore di alcune osservazione sullo strapotere dei PM, di fatto sottratti a qualunque controllo sul loro operato, aveva fatto sperare che fosse finalmente giunto il momento di trasformare in provvedimenti legislativi tante lunghe discussioni rimaste sempre tali. Questo non è avvenuto e, a giudicare da quanto sta accadendo, difficilmente diverrà realtà.
Il Governo si era impegnato “entro sei mesi dal suo insediamento“ a realizzare la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante. Del relativo provvedimento, fortemente osteggiato dall’ANM, non si ha notizia nel calendario dei lavori parlamentari. Allo stesso modo il tavolo multilaterale per concordare le modifiche alla riforma Cartabia, non si è costituito e sembra disperso nei meandri di via Arenula. Della riforma delle intercettazioni, con le limitazioni più volte chiarite che le manterrebbero pienamente per i reati più gravi, dopo la levata di scudi del gotha dei Procuratori delle più importanti sedi, con l’eccezione di Milano, non si parla più nemmeno de relato. Il nuovo CSM eletto con le regole della “non riforma” approvata in extremis alla fine della passata Legislatura, si è insediato e ha iniziato a fare il proprio lavoro in piena continuità col precedente, chiarendo, a ogni buon conto e per mettere “le mani avanti”, che ha trovato un arretrato enorme con centinaia di nomine di incarichi direttivi e semi direttivi mai trattate. La sua costituzione per 29/30 riflette appartenenze correntizie e partitiche che sono la sicura premessa della replica di un copione già messo in scena per molte passate rappresentazioni.
Il Guardasigilli vive quotidianamente l’evidente contraddizione della sua personale visione liberale e garantista della Giustizia, che trova il muro di gomma all’interno della maggioranza e nell’opposizione delle forze trasversali che intendono conservare lo status quo di un potere eccessivo, incostituzionale e debordante dell’Ordine giudiziario, che intende tenere sotto tutela Governo e Parlamento.
Quanto a lungo potrà durare questo evidente e stridente contrasto? Certamente non per molto e, se così dovesse essere, coinvolgerà inevitabilmente la stessa persona del Ministro. L’astensione dei penalisti, ben motivata e assolutamente indilazionabile, è il primo segnale che indica che il periodo dello scontro dialettico è scaduto e che è arrivato quello nel quale le risposte debbono essere concrete e credibili per essere accolte. I pannicelli caldi non servono a nessuno e non sono sufficienti per dare all’UE quelle garanzie richieste per confermare l’erogazione dei fondi del PNRR.
Siamo in Europa il fanalino di coda tra i grandi Paesi per quanto riguarda i tempi della giustizia civile, penale e amministrativa. Lo Stato paga ogni anno centinaia di milioni per indennizzi dovuti per irragionevole durata dei processi e per ingiusta detenzione, mentre abbiamo il più alto numero di magistrati ordinari fuori ruolo nelle altre Istituzioni, così sguarnendo gli uffici giudiziari, nei quali sono però arrivate alcune migliaia di collaboratori precari che dovranno collaborare con magistrati che spesso non ci sono.
Tutto questo ha una spiegazione o è il frutto del destino cinico e baro che perseguita la nostra Giustizia!?

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