Cosa c’è dietro la messinscena di guerra civile?

Cosa c’è dietro la messinscena di guerra civile?

di Roberto Tumbarello

Una buffonata la guerra civile in Russia! Un buffone Prigozhin, il capo dei mercenari della Wagner! Ci hanno creduto tutti in Europa – cittadini, politici e servizi segreti, che ora sostengono di sapere già tutto da diversi giorni – e i più stupidi ci credono ancora, persino gli editorialisti. I golpe nascono nelle capitali, non come quello dei finti ribelli mercenari, a più di 1.000 km da Mosca. È bastata poi una telefonata di Lukashenko per cambiare programma, “per evitare un bagno di sangue russo”. Dovremo scoprire, invece, il perché di questa ridicola messinscena di poche ore, durante le quali i prezzi dei voli da Mosca sono saliti alle stelle. Chi ne aveva le possibilità noleggiava aerei privati, cortei di auto verso qualsiasi confine. Chi ha una dacia fuori dalla capitale l’ha raggiunta.
Una guerra civile nata con lo scopo di far sapere
La sceneggiata, però, è servita a far sapere ai cittadini russi ciò che sta accadendo in Ucraina, che i loro figli stanno morendo a migliaia al fronte. Perché quando l’esercito mercenario partì da Rostov sul Don alla volta di Mosca, Putin dovette parlare alla nazione e denunciare l’ammutinamento di un gruppo di traditori. Per di più l’assenza del gruppo Wagner dal fronte ucraino ha indebolito l’aggressione russa. Putin ha addirittura paragonato la ridicola “marcia su Mosca” alla rivoluzione bolscevica del 1917. C’è persino chi ha sperato che fosse la fine di Putin, tanto da chiedersi dove si fosse rifugiato. Invece, era tranquillamente al Cremlino a farsi di vodka e pensarne un’altra per farsi beffa del mondo.
Di chiunque sia stata fu una pessima idea. Più che una guerra civile è stato un coup de théâtre
Infatti, tutt’a un tratto i falsi traditori vengono perdonati. Amici come prima. L’esercito russo ha assistito compiacente al passaggio delle truppe d’invasione da Rostov in poi. Neppure uno sparo. Chissà che cosa c’è sotto e quale piano è stato ordito. Ma da chi, col capo di un gruppo di combattenti prezzolati? Una bolla di sapone come la controffensiva ucraina di cui sentiamo parlare da diverse settimane e che ora si è impantanata. Sembrava che Prigozhin si trovasse a Minsk, ospite del dittatore bielorusso, complice di Putin. Invece, se ne sono perse le tracce. Si dice pure che sia scappato in Africa.Ma, chissà perché, ha lasciato la cassa a San Pietroburgo, dove nella sede della Wagner sono stati trovati quattro miliardi di rubli, quasi 43 milioni di euro. Ma non verrà processato perché si è comportato da brav’uomo, da vero patriota, ha capito che il gioco è piacevole quando dura poco. La sua armata si disperderà o si metterà a disposizione di un altro padrone o dello stesso Putin? Ma ci vorrà del tempo prima di impiegare a difesa della Russia gente che ha appena tradito, seppure il tradimento sia durato poche ore. Per di più tutti sanno che non sono militari che escono da un’accademia, ma marmaglia reclutata perlopiù nelle galere russe e cecene. Quindi, umanamente inaffidabili.
Che cosa ha voluto dimostrare Prigozhin?
Perché lo hanno fatto? Che cosa hanno voluto dimostrare nelle 12 ore in cui il mondo occidentale – chissà se la Cina era stata avvertita – è stato col fiato sospeso, in cui a Mosca c’era il fuggi fuggi, mentre in Europa e in occidente i governi si sono riuniti d’urgenza e i servizi segreti hanno subito l’onta di non sapere che cosa stesse accadendo, seppure dicano il contrario.
Prima o poi sapremo se a Prigozhin e ai suoi consiglieri è dato di volta il cervello e poi se ne sono pentiti o è stata tutta una montatura con uno scopo per ora incomprensibile. Infatti, non è cambiato nulla dell’assetto iniziale tra la Russia e l’Ucraina. Comunque, non credo che la vita del capo della Wagner oggi valga molto, sia che Putin lo consideri un traditore, sia nel caso in cui si tratti di un complice da zittire per non rivelare il vero motivo del complotto.
Se il colpo di stato fosse davvero lo scopo di Prigozhin ci dovrebbero essere complici nello stato maggiore. Forse voleva essere un’azione dimostrativa per accusare il ministro della Difesa di incapacità nella guerra all’Ucraina. Ma è stata rischiosa perché con un gesto d’insubordinazione che nel codice penale di guerra prevede la fucilazione. Forse salterà il ministro della Difesa Sergej Shoigu, di cui i mercenari denunciarono l’incapacità e certamente molte altre teste. Prigozhin non è uno sprovveduto che pensava di fare un colpo di stato in un grande paese come la Russia con un manipolo di soli cinquemila uomini, che percorrono centinaia di chilometri senza che un blocco militare cerchi di fermarli, o che un poliziotto spari un colpo di pistola. Certamente avevano ricevuto disposizione di non reagire.
Lungo la strada la gente faceva selfie
 La gente applaudiva durante il percorso e faceva selfie con quegli avanzi di galera scambiati per eroi della rivoluzione, che avrebbero liberato il paese dalla dittatura. Anche se la trattativa di Lukashenko ha fermato il capo dei mercenari, si debbono cercare i complici sul loro percorso e quelli che li attendevano a Mosca per occupare il ministero dell’Interno, l’emittente radio TV di stato e il Cremlino.
Putin ha perdonato Prigozhin e i suoi mercenari. E gli eventuali complici? C’è qualcosa che sfugge anche agli strateghi otre a giornalisti e politici. Perché una grande potenza come la Russia, con un esercito armato fino ai denti e con l’arsenale atomico più vasto del mondo, non spara un colpo durante la marcia su Mosca di cinquemila uomini per fare un colpo di stato, che vengono fermati da una telefonata di un capo di stato straniero. L’equivoco di “Totò e Peppino divisi a Berlino” era più intrigante e verosimile e persino più divertente.
I primi anni Yevgeny Prigozhin, nato a San Pietroburgo, come Putin, li trascorre nell’illegalità
A 20 anni è condannato a 13 di reclusione per rapina e altri crimini. Adesso ne ha 62. Quando esce di prigione, con l’aiuto del padre apre un chiosco di hot dog. Il giovane pregiudicato si dimostra subito un abile imprenditore e dopo qualche mese il chiosco si trasforma in ristorante, La vecchia dogana. Subito dopo ne crea un secondo che questa volta è un locale di lusso, il New Island, un battello sulla Neva, dove Putin porta i suoi ospiti illustri, da Chirac a Bush.
Grazie alla simpatia di Putin il suo successo si allarga sempre più con società di catering che servono l’esercito e le scuole con cui diventa miliardario. La sua amicizia con Putin si rafforza quando crea la prima Troll Farm, un’azienda di disinformazione che trasmette notizie false su Internet per screditare i dissidenti, i leader dell’opposizione e gli avversari politici, e che poi Prigozhin usò anche all’estero contro le coalizioni contrarie agli interessi di Putin. Con i proventi di queste attività, se non illegali, molto equivoche, creò il gruppo Wagner, una compagnia militare privata, cioè un gruppo di mercenari al servizio della Federazione Russa.
Un privilegiato
È stato definito l’esercito privato più grande del mondo. Infatti, Prigozhin era tra i pochissimi uomini che avevano il privilegio di accedere in qualsiasi momento al cospetto di Putin. I Wagner sono stati utilizzati in vari conflitti, tra cui quelli in Siria e la guerra civile in Libia e in altri pesi africani, oltre che, sino a qualche giorno fa, in Ucraina, spesso commettendo crimini contro l’umanità.
Nel febbraio del 2022, fallito il progetto di occupare Kiev in soli tre giorni, Putin dovette ricorrere ai mercenari in modo massiccio. Ma il sostegno del ministero della difesa russo non fu adeguato ai loro compiti per cui le perdite di uomini aumentavano sempre più. Prigozhin suggerì, allora, a Putin per dare una svolta alla guerra, una mobilitazione generale che le élite russe sconsigliarono. I toni si alzavano e la guerra dei Wagner contro gli ucraini si estese anche al ministero della difesa russo da cui si sentirono, se non traditi, abbandonati.
Salvare la Russia non si sa da chi
Poi, l’inspiegabile minaccia di colpo di stato per salvare la Russia – non si sa da chi – ma durato solo poche ore. Come mai? È bastata l’assicurazione di un Lukashenko qualsiasi per garantire ai mercenari l’incolumità? Troppi misteri avvolgono questo colpo di stato finito a metà strada. Che cosa c’è dietro l’immediata resa di Prigozhin e il veloce perdono di Putin – avete notato che cammina come Pépé le Mokò, non come un imperatore di tutte le Russie? – per chiudere al più presto un caso scottante. Che cosa volevano dimostrare i mercenari con la loro prova di forza finita in debolezza? Sembrava davvero l’inizio di una guerra civile, ma è finita sul nascere.
Guerra civile spesso inventata
I golpe sventati sono talvolta invenzioni dai dittatori per dimostrare al mondo intero, ma soprattutto al popolo, la propria potenza. Non si è potuto accertare se quello del 2016 denunciato da Erdogan in Turchia sia realmente accaduto o creato per rafforzare il regime. Che cosa sia realmente accaduto in Russia durante la giornata di sabato 24 giugno e quale sarà la sorte del finto golpista Prigozhin è per ora un mistero che il tempo certamente rivelerà perché al giorno d’oggi, prima o poi, tutto viene alla luce e tutti, poi, si stupiscono di non averci pensato prima. Infatti, si dice che in ogni mistero c’è una spiegazione semplicissima.

 

fonte Foto: Wikimedia CommonsCreative Commons Attribution 4.0

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