Democrazia e antifascismo, la logica applicata alla Costituzione
di Pietro Di Muccio de Quattro*
Non mi stanco di ripeterlo. “Che tutte le opinioni siano rispettabili è sicuramente un’opinione da non rispettare” (Minutatim, pag. 76). Purtroppo invano, come ho dovuto constatare da ultimo per l’ennesima volta. L’occasione è offerta dalla lettera di Mario Taliani e dalla risposta di Aldo Cazzullo sul “Corriere della Sera” (25 marzo 2023), a prescindere dall’oggetto specifico che qui non rileva.
Il lettore conclude la lettera così: “Ricordando sempre che se tutti i democratici sono antifascisti non tutti gli antifascisti sono democratici”. Aldo Cazzullo conclude la risposta così: “Dire tutti i democratici sono antifascisti ma non tutti gli antifascisti sono democratici è una brillante formula perfetta per discutere oggi nei talk show, ma uno scioglilingua privo di spessore umano e significato politico quando c’era da decidere da quale parte stare: se con quelli che portavano gli ebrei ad Auschwitz, o contro quelli che portavano gli ebrei ad Auschwitz.”
L’opinione contenuta nella risposta è francamente stupefacente, viepiù espressa a centropagina dal vice direttore del più autorevole quotidiano italiano, che mi lusingo (?) di leggere dall’età di quattordici anni, andando oggi per i settantasette. Al contrario, l’opinione riportata dal lettore è di una logica aristotelica, semplicemente impeccabile. La condivido appieno, avendola manifestata ripetute volte in libri e articoli. Sono sorpreso due volte: per la contestazione e per il contestatore.
Il giornalista ha perfettamente ragione nell’affermare che la “formula” (la proposizione direi io, visto che parliamo di logica) è tanto “perfetta” quanto “brillante”. Lo è in sé stessa, non perché utile soltanto per la discussione nelle trasmissioni televisive, dove però, per poco che io veda, discutono niente. Senza correlazione apparente, il giornalista considera tuttavia la “formula” alla stregua di “uno scioglilingua privo di spessore umano e significato politico quando c’era da decidere da quale parte stare…” E a questo punto il riferimento ad Ebrei e Auschwitz mi risulta estraneo alla dimostrazione tentata ma non comprovata e mi appare un eccesso dialettico sgradevolmente eristico.
Lo “scioglilingua” non è né privo di “spessore umano” né di “significato politico”. Non è uno scioglilingua, ma un’argomentazione inoppugnabile logicamente, politicamente, eticamente, storicamente. Un ripensamento riuscirebbe, forse, a modificare la dogmatica opinione del giornalista (pur versato nella storia) purtroppo condivisa dalla grande maggioranza di cittadini attestati su basi mitologiche della Repubblica, a scapito delle fondamenta reali. Ciò che fa ancora degl’Italiani una nazione divisa.
Antifascismo significa avversione e ostilità al Fascismo mussoliniano e simili. Non identifica né la Democrazia né la Libertà dei liberali. La nostra Costituzione, resa possibile dalla Liberazione degli Alleati più che dall’Antifascismo della Resistenza partigiana, non è democratica perché antifascista bensì, al contrario, antifascista perché democratica. Il Fascismo e il Nazismo storici furono sconfitti dall’alleanza delle Democrazie liberali con il Dispotismo bolscevico, regime incarnato da Stalin, che prima fu alleato del Nazismo per spartirsi la Polonia, poi, aggredito da Hitler, ne divenne spietato ed eroico nemico.
Il dittatore sovietico costituisce la prova eclatante della verità della proposizione del lettore, respinta dal giornalista. E la massima prova esime dall’aggiungere le prove minori, innumerevoli. Se un campione dell’Antifascismo e dell’Antinazismo fu altresì il campione dell’Autocrazia tirannica e del Regime illiberale, resta assodato che la distinzione tra Democrazia e Antifascismo possiede un profondo “significato politico” e un assoluto “spessore umano”.
La logica non rende omaggio alle opinioni ricevute, se non servono la verità. L’opinione del giornalista non è rispettabile perché falsa. L’opinione del lettore è invece persino ovvia, non pertanto meno rispettabile.
* Pietro Di Muccio de Quattro – Direttore emerito del Senato della Repubblica, Ph.D. dottrine e istituzioni politiche