DIARIO LIBERALE, DOMENICA 15 OTTOBRE 2023

DIARIO LIBERALE, DOMENICA 15 OTTOBRE 2023

di Roberto Tumbarello

Se non si mettono al mondo figli l’economia non può crescere. Ma le coppie non ne vogliono sapere – Una volta la Chiesa non consentiva le pratiche contraccettive. Si ricorreva al metodo di Ogino-Knaus, che sembrava complice della procreazione perché non era infallibile e i bambini nascevano lo stesso. Ora, grazie alla pillola abbiamo scoperto che gli organi genitali si possono usare solo per divertirci. Non siamo così stupidi da mettere al mondo figli, interrompendo un piacere sublime. Un tempo nelle vignette gli operai della Fiat dicevano: “Fare l’amore deve essere meraviglioso. Se no, l’Avvocato ce lo farebbe fare a noi”.

Che tristezza le partite di calcio femminile, non per colpa delle giocatrici, ma delle misure del campo – Non mi stanco di ripeterlo inascoltato. Uno sport che potrebbe entusiasmare le folle, come il Volley, e per la testardaggine di chi decide sembrano scolaresche durante la ricreazione. Eppure dalle formazioni deduco che acquistiamo calciatrici dall’estero, come il campionato maschile. Ma se non si adeguano le misure del campo e soprattutto delle porte al fisico delle ragazze, assisteremo a partite che non possono attrarre tifosi. Ogni passaggio è sbagliato. Il pallone è quasi sempre a centro campo. Così è uno sport senza dignità.

Più di Napoli e Palermo, è Milano la capitale del crimine oltre che dell’economia. Poi Rimini e Roma – Aumentano scippi e rapine, vittime molti turisti, anche i furti d’auto e negli appartamenti. La criminalità era stata interrotta dalla pandemia. Ma, riacquistata la salute, abbiamo recuperato gli arretrati. Non c’entrano reddito di cittadinanza e salario minimo per la crescita degli stupri e della violenza, dello spaccio e del consumo di droga. Il sindaco Sala ha nominato un delegato alla sicurezza e installato mille telecamere. Un tempo c’era il poliziotto di quartiere. Siccome erano diminuiti i reati e stato destituito. Disturbava i “pali”.

Tanti bravi giornalisti che scrivono per grandi giornali, lavorano anche in TV dove sono meno bravi – Non è detto che chi sa scrivere bene sappia anche parlare, rivolgendosi a un più vasto pubblico. Perché magari ha un difetto di pronuncia o un aspetto poco gradevole o non è telegenico né simpatico o per altri motivi legati al carattere. Ai miei tempi non era consentito fare due lavori. C’era l’esclusiva della firma che poteva apparire in un solo posto, o sul giornale o in TV. Perché lavorando anche in un altro  si sottraeva tempo, energie e idee a quello principale e si toglieva pure lavoro ad altri colleghi più giovani e forse più adatti.

Ha licenziato la babysitter, affetta da tumore in fase terminale, Lautaro, giocatore più pagato dall’Inter – Se avessi letto la notizia su Facebook e non da Gramellini sul Corriere avrei pensato a una delle tante fake news che circolano sul web. Dopo qualche mese di lavoro, la povera ragazza di 27 anni si ammalò e le hanno diagnosticarono una malattia senza scampo. Licenziata per avere superato i giorni di malattia consentiti, la babysitter denunciò il calciatore che ora è stato condannato dal Tribunale di Milano a risarcire la famiglia per licenziamento illegittimo. Lo stipendio annuo dell’argentino è di sei milioni di euro, al netto delle tasse.

In una scuola elementare di Crema, in una prima, otto genitori chiedono di cambiare classe ai figli – “Ci sono troppi bambini negri” – è la motivazione – “vorremmo che i nostri figli avessero amici d’infanzia italiani, anche per compirsi meglio tra loro”. Orripilato da tanto razzismo, il direttore fa presente che i bambini sono tutti nati in italia e l’unica lingua che conoscono è la nostra. “Ma sono negri”, insistono quelli. Non ottengono il cambio di classe, ma il nulla osta per cambiare istituto. Quattro di loro portano via i figli, gli altri rimangono. Questa è l’Italia del terzo millennio, dove il diverso sarà l’orco che citeremo per mettere paura ai nostri figli.

Torna il vizio delle scommesse clandestine. Questa volta indagati Fagioli. Tonali, Zaniolo e altri dieci – Se ne occupa la procura di Torino. Due di loro hanno dovuto lasciare la nazionale non procurando un danno solo a Spalletti, ma al calcio in generale. È vero che dopo un po’ di tempo l’Italia dimentica e le inchieste finiscono a tarallucci e vino, ma rimane sulla coscienza di ogni giocatore perché, se interessato a un certo risultato, può cambiarlo col proprio gioco. Perché atleti che guadagnano più di ogni altro professionista non possono fare a meno di questo vizio? È colpa della giustizia sportiva, clemente, come tutti, con i miliardari.

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