DIARIO LIBERALE, DOMENICA 19 GIUGNO 2022

DIARIO LIBERALE, DOMENICA 19 GIUGNO 2022

di Roberto Tumbarello

Il fallimento dei referendum non è colpa degli elettori né della democrazia, ma della presunzione di certa politica. Non sanno fare il loro mestiere ma si credono furbi e con la complicità della Consulta ricorrono a trucchi che spesso non riescono. Assieme a questioni tecniche, qualcuno voleva equiparare personaggi condannati in primo grado, e quindi non colpevoli per prescrizione costituzionale, ad altri condannati con sentenza definitiva e quindi inadeguati a ricoprire cariche istituzionali. Siccome in Parlamento non c’è la maggioranza, volevano coinvolgere il popolo, che però non è così ingenuo. È una lezione anche per la Corte Costituzionale che non doveva ammettere quesiti che mettevano insieme cose diverse tra le quali pochi cittadini, anche colti, sanno distinguere. Il Parlamento c’è proprio per questo.

A prenderci per i fondelli adesso ci si mette pure il parlamento europeo abolendo dal 2035 le auto a benzina. Incide sull’inquinamento per il 30 % il traffico stradale, compreso il trasporto su gomma che rappresenta i due terzi. I TIR non potranno viaggiare con motori elettrici. Quella legge è, come troppo spesso avviene, un magnifico regalo all’industria dell’auto, camuffato dalla preoccupazione per la salute della gente. A inquinare non sono le auto, ma l’industria, i trasporti pesanti, il riscaldamento e l’aria condizionata. Imputate sono le comodità cui nessuno di noi è disposto a rinunciare. Neppure coloro che protestano. Prima che di leggi, la società necessita di educazione civica.

A ogni elezione, vincono tutti, anche chi è sconfitto sonoramente. L’illusione è il conforto dei mediocri in politica. Intanto, per il 50% – diceva Pulcinella a chi lo derideva per la sua pretesa di sposare la figlia del re – il matrimonio è già combinato. Allo stesso modo ragionano i nostri politici. Festeggia anche la Lega nonostante il crollo. La sinistra gioisce perché sono il primo partito, pur essendo uscita dalle urne con le ossa rotte. Solo poche città insignificanti.. Conte è Il solo leader costretto ad ammettere la sconfitta, essendo i risultati più che disastrosi. Vince la destra. Gli italiani ne hanno abbastanza di Europa. Hanno paura della guerra e rivogliono la Patria e la Lira, e rientrare nei vecchi confini.

Da Annamaria Franzoni di Cogne a Martina Patti di Mascalucia, la lunga fila di mamme che uccidono i propri figli. Sono centinaia negli ultimi 20 anni i crudeli delitti commessi in stato di incoscienza o di follia, per gelosia o vendetta o dare un dolore al padre, come nelle tradizioni tribali. Sono delitti raccapriccianti. Senza differenza tra il povero Sud e l’opulento Nord spesso in Italia un essere innocente viene ucciso da chi lo ha messo al mondo. Non so se in altri tempi c’era la stessa efferatezza, ma in un clima di minore ignoranza, benessere, progresso e democrazia certi delitti non dovrebbero più accadere. Invece, sono in aumento. Sono crimini che coinvolgono le coscienze di tutti.

Non ripetiamo l’errore commesso con l’Ungheria: certo, ci vorrà tempo, ma prima di ammettere nell’UE l’Ucraina, aspettiamo almeno di riformare il regolamento, che prevede l’unanimità di consensi per approvare una decisione qualsiasi. La solidarietà nei confronti di un paese crudelmente aggredito non deve distrarci dai problemi che Orban ci ha finora creato. Politici che non vedono al di là del proprio naso commisero l’errore di annettere l’Ungheria per evitare l’eventuale tentazione di aggregarsi alla Russia. Ottennero esattamente il risultato opposto. Il paese non è solo diventato una dittatura, ma solidarizza adesso con la prepotenza di Putin. La politica non deve essere pietosa.

Adesso agenzie private distribuiscono la corrispondenza e spesso non arriva. Le Poste non hanno più l’esclusiva. Scoprire che la maggior parte delle decisioni del governo nascondono interessi privati è molto triste e deprimente. Si spiega così la corruzione dei cittadini di qualsiasi livello sociale in continua espansioni. Uno dei servizi più delicati e riservati, come la distribuzione della posta non è più affidata allo stato. Da quando le Poste sono state privatizzate la concessione è stata estesa ad agenzie che appartengono agli amici degli amici il cui personale non è qualificato, assunto in nero o part time. Infatti gran parte delle lettere non arriva a destinazione. I reclami finiscono nel cestino.

Non contento della disfatta, Grillo vuole impedire la rielezione dei veterani per immettere nuovi incompetenti. Più che garante questo guru è uno scellerato che istiga il Movimento a dividersi ulteriormente. Sostiene, infatti, il progetto iniziale che consentiva solo due legislature. Si doveva lasciare la possibilità ad altri disoccupati incapaci di trovarsi un lavoro, figuriamoci di fare politica. Chi vorrebbe candidarsi per la terza volta, non ci sta a farsi da parte e dover ricorrere al reddito di cittadinanza. Ci sarà, quindi, una scissione. Una parte di ciò che resta del M5S guidata da Di Maio, l’altra da Conte. Ma, arriveranno alla soglia di sbarramento? Che alleato affidabile si è scelto il PD!

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