GOVERNO PASTICCIONE E OPPOSIZIONE INCONSISTENTE

GOVERNO PASTICCIONE E OPPOSIZIONE INCONSISTENTE

di Giuseppe Gullo

Il prof. Sabino Cassese, esaminando i primi dieci mesi di attività in un editoriale sul Corriere della Sera, boccia sonoramente il Governo Meloni. I rilievi dell’illustre giurista, oltre che per il merito, sono degni della massima considerazione in quanto provengono da una fonte autorevole e non ostile all’esecutivo. Basti pensare che è stata affidata proprio all’ex Ministro Cassese la Presidenza della Commissione per la definizione dei LEP ( livelli essenziali delle prestazioni ) previsti dall’art. 117 della Costituzione, la cui approvazione è propedeutica per il cammino della c.d. Autonomia Differenziata, cavallo di battaglia della Lega.
Quali sono i rilievi fondamentali mossi all’azione del Governo? Quello che a me pare il più grave, in quanto potenzialmente in grado di minare i principi fondanti della Democrazia parlamentare, è l’avere “… spostato la funzione legislativa dal Parlamento al governo (approvando più di un decreto legge a settimana e preparando leggi di delega sostanzialmente in bianco), con la conseguenza, tra l’altro, dello scivolone riguardante la patrimoniale”.
Questa osservazione, suffragata da dati obiettivi, merita un approfondimento che desta molto allarma. E’ da tempo, purtroppo, che i Governi succedutisi alla guida del Paese fanno un uso abnorme della decretazione d’urgenza e delle leggi di delega, travolgendo il dettato costituzionale. Nessuno, ahimè, ha le carte in regola per potere contestare in modo fondato e credibile questa prassi anticostituzionale. Eppure la Carta (art. 77 ) prescrive che il ricorso da parte del Governo ad atti aventi forza di legge possa avvenire solo in casi di necessità e urgenza. Accade ormai da anni esattamente il contrario, e cioè che le leggi siano di fatto emanate dal Governo, tanto, si dice ipocritamente, in sede di conversione è possibile intervenire per modificarle e migliorarle. I dati sono chiarissimi. Nella XVIII Legislatura, tra il 23 marzo 2018 e il 12 ottobre 2022, sono stati emanati 146 DL e nella precedente 100 e ben 234 decreti legislativi su 706 globali.
Il problema investe l’assetto costituzionale dello Stato ed è la misura della progressiva espropriazione del Legislativo per mano dell’Esecutivo. Se il primo diventa organo di ratifica viene meno un architrave sul quale si regge la Democrazia. Le ferite al sistema dei poteri disegnati dal Costituente difficilmente si rimarginano e tendono piuttosto a espandersi creando vere e proprie cancrene. E’ accaduto con il potere giudiziario, che negli ultimi trent’anni, in modo molto evidente e altrettanto devastante, ha occupato spazi che non gli competevano interferendo nella sfera di esclusiva competenza del legislativo e dell’esecutivo.
Qualcuno ha forse dimenticato cos’è accaduto in occasione dell’approvazione del Decreto Legge che depenalizzava il finanziamento ai Partiti? L’intervento pubblico in diretta TV dell’intero pool della Procura della Repubblica di Milano, che contestava un provvedimento legislativo legittimamente assunto determinandone la mancata promulgazione dell’allora Presidente della Repubblica Scalfaro e la revoca da parte del Governo allora presieduto da Amato, ha rappresentato un atto obiettivamente eversivo e una palese ingerenza in ambiti che la Costituzione assegna ad altri organi. Scontiamo tutt’oggi gli effetti di quelle gravissime violazioni che hanno procurato danni ancora ben presenti. Come porre rimedio a una simile grave situazione? Gli appelli del Presidente Mattarella sono caduti nel vuoto e il fenomeno ha continuato a crescere. Sarebbe necessario un intervento assolutamente deciso di diniego della promulgazione per violazione del dettato costituzionale, senza il quale tutto continuerà come prima.
Altri rilievi importanti, più propriamente politici, sono stati mossi all’azione del Governo. La scelta di privilegiare la politica estera rispetto a quella interna, quella di muoversi senza un orizzonte temporale parametrato sulla durata della legislatura, l’assoluta  mancanza di attenzione e di proposte per due settori fondamentali, quali la scuola e la sanità, per i quali vi è una latitanza completa dell’esecutivo, l’incapacità di gestire l’ordine della propria casa (nel senso della coesione) e di utilizzare i fondi del PNRR.
La conclusione di una simile analisi dovrebbe essere quella di ritenere che un simile Governo che non governa dovrebbe andare via al più presto. Invece a questo punto arriva la stilettata mortale:  “…Si avvantaggia ( il Governo) dell’inanità della sinistra, incapace di produrre idee unificanti e destinata ad un ventennale silenzio”. Parole che pesano come macigni e che fotografano una situazione nella quale un Esecutivo modesto e arruffone continua a governare, e lo farà a lungo secondo Cassese, in quanto non vi è alternativa né al centro né in periferia, con una sinistra inane e cioè letteralmente vacua, inutile. Questo diventa l’altro punto centrale dell’analisi di cui stiamo discutendo. Un’opposizione che non c’è, che non produce idee e programmi unificanti e che per di più insegue, su un piano che non le appartiene, il populismo neppure troppo mascherato di una forza politica del tutto priva di senso dello Stato come il Movimento 5stelle. Invece di lanciare una grande mobilitazione per una seria politica del lavoro e dell’occupazione il PD punta tutto sul salario minimo, sebbene anche da parte sindacale siano state avanzate fondate riserve. Scrive al riguardo Francesco Giavazzi “Prima ancora di pensare a un salario minimo o altri meccanismi per sostenere il livello degli stipendi, solo un’economia che cresce può porsi il problema di come evitare salari troppo bassi”.
Invece di elaborare una proposta politica seria e praticabile per la tutela del territorio il PD si arrocca sulle contestazioni al Governo centrale per i mancati interventi in Emilia Romagna, dove  governa da sempre con responsabilità primarie sulle politiche del territorio; invece di predisporre una riforma fiscale organica, strizza l’occhio ad una misura inutile e, alla lunga penalizzante, come la mini patrimoniale sui così detti extra profitti, oggi bancari, domani chi sa; invece di proporre interventi immediati e di medio periodo per la sanità e per la scuola e l’università, difende l’esistente che fa acqua da tutte le parti. Governo limitato e inefficiente e opposizione inane sono facce della stessa moneta che rischia di diventare senza alcun credito internazionale, mentre incombe la legge di bilancio con risorse molto scarse e le lobbies armate fino ai denti per arraffare quanto più possono.

 

Fonte: Wikimedia CommonsNiccolo CarantiCC BY-SA 3.0

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