LA LUNA DI MIELE DI SCHLEIN È GIÀ FINITA

LA LUNA DI MIELE DI SCHLEIN È GIÀ FINITA

di Giuseppe Gullo

La luna di miele, se vi è stata, tra gli elettori e la Schlein è durata pochissimo. A dire il vero è stata virtuale e cioè nei sondaggi. Alla verifica del primo turno elettorale è svanita con molto rumore. Un solo capoluogo conquistato per pochi voti, antiche e nuove roccaforti perdute nettamente. Sappiamo bene tutti che il voto amministrativo segue “regole” proprie non assimilabili a quelle delle elezioni politiche e che sarebbe un grave errore trarre da questi risultati indicazioni di carattere generale. Nello stesso tempo non sarebbe corretto ritenere che il voto di grandi e medie aree urbane non subisca l’influenza dell’orientamento politico dell’elettore di solito non offuscato dalla personalità e dal credito del candidato. Ciò vale ancora di più se il voto negativo proviene da zone di antica e consolidata tradizione di sinistra nelle quali, fino ad alcuni lustri fa, il dubbio era solo sulla misura della percentuale con la quale sarebbe prevalsa la coalizione c. d. progressista. Leggere che le città della Toscana chiamate a scegliere il Sindaco hanno votato massicciamente a destra, fa specie.
Vi è dell’altro. Tradizionalmente la qualità degli amministratori di sinistra era ritenuta, probabilmente a ragione, superiore a quella dei competitori degli altri schieramenti. Questo ha consentito la crescita e l’affermazione, anche a livello nazionale, di sindaci che sono stati veri simboli viventi delle città che governavano fino ad identificarsi con esse. Molti nomi vengono in mente: da Dozza a Zangheri, a La Pira ad Aniasi e Tognoli, solo per citarne alcuni. Buoni e saggi amministratori, vicini ai cittadini, partecipi dei loro problemi che condividevano giorno per giorno. Si trattava di profondi conoscitori della macchina amministrativa che venivano da anni di apprendistato sui banchi del Consiglio Comunale fatto con umiltà e spirito di servizio. Governare il proprio comune era un onore del quale essere grati poiché quel rapporto fiduciario si basava sulla conoscenza e sulla stima e si nutriva della consapevolezza che la buona vivibilità della città come del piccolo comune era un motivo di orgoglio e un dovere verso i concittadini.
Non era, ovviamente, sempre così. Non era un mondo diverso e incantato. Vi erano forzature, sopraffazioni, stroncature talvolta ingiustificabili, ma la regola era che chi veniva chiamato a rappresentare l’Istituzione locale doveva avere qualità e capacità. Le seconde e terze file erano “coperte” e qualche manchevolezza non avrebbe inficiato l’insieme.
Le regole sono saltate da tempo e niente è come prima o, se volete, come dovrebbe essere. Cosa significa che uno vale uno? Se si fa riferimento al fatto che il voto di un luminare ha lo stesso valore di quello dell’ultimo cittadino detenuto in attesa di giudizio, si afferma un principio sacrosanto che non consente eccezioni. Se, invece, si afferma che anche la persona più sprovveduta e incapace può essere chiamata per appartenenza o cooptazione a posti di responsabilità pubblica, si dice una solenne e demagogica stupidaggine i cui effetti negativi ricadranno sulla collettività.
Perché il Pd arretra su un terreno che gli era congeniale? Non parla alla gente e non parla come la gente. Intendiamoci, non mi riferisco al linguaggio scurrile di chi cerca il colpo a sorpresa, riuscendovi talvolta, ahimè! ma a chi disquisisce di argomenti molto in voga nei salotti tra persone che non hanno il problema di arrivare a fine mese e che magari sono interessati a capire il messaggio dell’ultimo film di Moretti, se è in continuità con i precedenti o rappresenta una svolta. Questione certamente molto seria e impegnativa che pochi comprendono mentre tutti abbiamo inteso ciò che ha detto la Presidente del Consiglio a proposito della lotta all’evasione. I soldi vanno cercati ovunque ma principalmente dove sono in gran quantità e dopo, solo dopo, tra i piccoli contribuenti che tirano la cinghia. È difficile capirlo e dirlo?
Quando si parla a ruota libera di aumentare l’imposizione sugli immobili si fa un doppio danno; si preannuncia una misura su un settore già tartassato sapendo, per di più, di non essere in condizione di far nulla per introdurla. Quando s’impedisce a un cittadino di esprimere la propria opinione, quale che sia, e si cercano argomenti pretestuosi per darsi ragione, si dimostra di essere intolleranti e presuntuosi oltre che per nulla rispettosi dei diritti altrui. Non sono questioni di dettaglio, sono argomenti che toccano nervi scoperti molto sensibili che non debbono essere toccati.
Si osserva giustamente che è trascorso poco tempo dal c. d. Congresso del PD e che è necessario consentire che le idee vengano assimilate. Questo mi pare il problema! Assimilare cosa?

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