La modernizzazione della Cina

La modernizzazione della Cina

di Wang Yiwei*

Nota della Redazione: “Le opinioni dell’autore non coincidono con quelle della redazione. Vengono pubblicate tuttavia in uno spirito di mutuo rispetto e in omaggio alla libertà di opinione, anche allo scopo di propriziare un appropriato dibattito.”.
Editor’s note: “The author’s opinions do not coincide with those of the editorial staff. However, they are published in a spirit of mutual respect and in homage to freedom of opinion, also to spark a proper debate”.

Il rapporto presentato al 20° Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese si propone di realizzare il ringiovanimento della nazione attraverso un percorso verso la modernizzazione con caratteristiche cinesi e di edificare un moderno Paese socialista. Testualmente, “la modernizzazione cinese è la modernizzazione socialista perseguita sotto la guida del Partito Comunista Cinese; essa contiene elementi comuni ai processi di modernizzazione di tutti i paesi, ma è caratterizzata da caratteristiche uniche del contesto cinese“. Come si possono comprendere i punti in comune e le differenze della modernizzazione cinese?

Mi si consenta di condividere una storia personale.
Più di 20 anni fa, quando ero studente alla Fudan University, ho portato la mia prima ragazza, oggi mia moglie, nella mia città natale – una campagna sottosviluppata nella provincia di Jiangxi – per il capodanno lunare. Quando siamo arrivati alla stazione ferroviaria di Shanghai, ci siamo sentiti stupiti dai luoghi: una vasta folla sullo sfondo da una parte di montagne e dall’altra del mare! Distratti dallo spettacolo, non siamo riusciti a salire sul treno in partenza per le vie normali, ed allora ho deciso di far passare la ragazza attraverso un finestrino avvalendomi dell’aiuto di alcuni  lavoratori migranti che l’hanno tirata dentro, riuscendo a fare la stessa cosa con me all’ultimo minuto prima della partenza. La carrozza era così affollata che non c’era spazio per stare in piedi, quindi siamo stati costretti a viaggiare con immenso disagio. Nata in una famiglia agiata, la ragazza non aveva mai sofferto tanto e tuttavia accettò di sposarmi molto tempo dopo. Nel frattempo era stato costruito il treno ad alta velocità. Mio figlio è ancora giovane e sono grato per l’era dell’alta velocità, altrimenti forse non mi sarei ancora sposato. Tuttavia, la concatenazione degli avvenimenti ha consentito che il matrimonio spostato in avanti nel tempo mi facesse godere della politica dei due figli. Non ogni male viene per nuocere !!!
Molti anni dopo, viaggiando nel Sud-Est asiatico, sono stato testimone di scene ed eventi normali nella Cina di alcuni decenni prima. Ancora peggio in Africa… Ho compreso allora perché la Cina era chiamata ad estendere le sue relazioni politiche e commerciali investendo e realizzando infrastrutture di ogni tipo per sovvenire alle necessità di sviluppo di quei Paesi, promuovendone lo sviluppo. Proprio in questa prospettiva, la Cina ha lanciato la “Belt and Road Initiative“ per condividere con una vasta gamma di Paesi le sue stesse esperienze di sviluppo e creare un’articolata rete di iniziative.
Oggi nel Rapporto del 20° Congresso del Partito del PCC, questa visione  è identificata come la “modernizzazione cinese”(o “modernizzazione in stile cinese”).
Prima della sua apertura verso il resto del mondo, il PIL pro capite della Cina era inferiore a 1/3 dei paesi dell’Africa sub-sahariana. Perché la Cina si è modernizzata? I cinesi hanno un detto: “per diventare ricchi, costruisci prima le strade”. Questo è un microcosmo del percorso cinese verso la modernizzazione: migliori infrastrutture gettano le basi per lo sviluppo industriale che poi rende le persone più ricche e più felici. Senza strade agibili molti prodotti provenienti da aree remote non sarebbero stati venduti in tutto il mondo. Senza infrastrutture migliorate, la Cina non sarebbe stata in grado di far uscire dalla povertà centinaia di milioni di persone e raggiungere la prosperità comune.
Ma seguono tre domande:
Innanzitutto, da dove provengono le risorse ?
Per rispondere a questa domanda debbo ritornare ai tempi del mio ingresso all’ Università. Quando sono arrivato a Shanghai dalla campagna, naturalmente mi sentivo inferiore e non osavo parlare con le mie compagne di classe. L’unico modo per comunicare consisteva nel chiedere buoni pasto alle mie compagne di classe in cambio di piccoli servizi. Analogamente a questa esperienza personale, la modernizzazione in stile cinese ha talvolta sacrificato gli interessi dell’agricoltura, delle aree rurali e degli agricoltori per raggiungere una rapida industrializzazione. Onde evitare i deprecati eccessi della prima rivoluzione industriale e del colonialismo in Cina si è stabilita, dopo inevitabili errori e necessarie correzioni di rotta, una scala di valori e di priorità interne volte a eradicare una secolare povertà e lanciare il Paese nel contesto della concorrenza internazionale. I lusinghieri risultati finora conseguiti consentono che l’esperienza della Cina possa essere condivisa da chiunque ne apprezzi il valore. Del resto, la massiccia rete d’investimenti internazionali testimonia della validità del modello sociale e produttivo cinese pur in presenza di diversità di approccio, anzi nel rispetto  delle reciproche convinzioni, modelli politici e tradizioni.
In secondo luogo, in che modo la costruzione d’infrastrutture migliora la ricchezza?
Torniamo all’esempio dell’alta velocità ferroviaria. La ferrovia ad alta velocità Pechino-Tianjin non realizza utili, anzi perde denaro e non riesce ad ammortizzare il capitale investito. Tuttavia produce vantaggi innegabili per il benessere e la prosperità generali. Investitori privati non avrebbero potuto addossarsi un tale onere. In sistema economico cinese produce ricchezza attraverso investimenti diretti e diversificati in diversi settori economici, compensando talvolta gli utili di un settore con le eventuali perdite di altri nel contesto di un unico progetto di sviluppo concepito ed attuato dallo Stato. E’ la guida politica che crea il mercato, non lasciando che siano le dure leggi di mercato a regolare il Paese, condannando alcuni all’indigenza senza possibilità di compensazioni sociali.  Questo è il motivo per cui la Belt and Road Initiative è così popolare: invece di far nuotare i bambini direttamente in mare (mercato), prima si costruiscono piscine (zone economiche speciali, parchi industriali) per addestrare i bambini a nuotare, e quando essi saranno capaci di nuotare, in mare aperto lo faranno senza pericolo. Questo è il percorso comune che proponiamo ai Paesi in ritardo di sviluppo per raggiungere la modernizzazione.
–   Infine, come diffondere la ricchezza in modo organico e diffuso ?
La Cina non sta costruendo infrastrutture fini a se stesse ed isolate, esse sono variamente collegate in contesti vari ed interconnessi, creando economie di scala, stabilendo un mercato organico e portando prosperità comune. Senza la ferrovia ad alta velocità, alcuni prodotti locali non sarebbero venduti in tutto il mondo e i turisti di tutto il mondo non verrebbero in località decisamente periferiche. Senza un efficiente sistema educativo accessibile a tutti lo sviluppo attuale non avrebbe mai avuto luogo. Senza la distribuzione della ricchezza nazionale all’intera popolazione non si sarebbe mai potuto conseguire il senso di stabilità attuale. L’Occidente può criticare alcuni aspetti di questo modello di sviluppo nei consessi internazionali, ma non può negare la positività del mutuo rispetto e della reciproca collaborazione.
Come ha potuto la Cina far uscire in breve tempo dalla povertà centinaia di milioni di persone e raggiungere la prosperità comune? Senza investimenti mirati in un vasto piano di sviluppo, ampie zone di questo grande Paese vivrebbero ancora nell’angolo oscuro della globalizzazione.
Tutto ciò ha richiesto un governo tanto forte da poter programmare, imprese statali idonee a eseguire progetti di sviluppo, una pianificazione a lungo termine e un’attuazione graduale, in base alle specifiche esigenze e potenzialità di ogni territorio, da parte di adeguati Enti locali.
So bene che il concetto di programmazione dall’alto evoca tristi memorie nei lettori occidentali, tuttavia l’esperienza cinese è del tutto originale e i risultati sembrano tutt’altro che negativi. Del resto, non a caso, la Cina è rapidamente diventata la grande manifattura del mondo e la promozione sociale di immense masse ne è la prova. Una parte innegabile di merito va sicuramente a chi ha assunto la guida del Paese immaginando e attuando a ritmi incessanti questo modello di sviluppo originale e differente da altre esperienze. Naturalmente, la modernizzazione in stile cinese ha tratto grande giovamento dall’esperienza della modernizzazione occidentale e ne ha perfino imitato molti aspetti, ma si basa sulle condizioni nazionali della Cina: la popolazione più numerosa del mondo, condizioni territoriali e retaggi storici di grande svantaggio.
– Per riassumere, la Cina ha tre caratteristiche: un paese di antica civiltà, in via di sviluppo e socialista, questi tre elementi permettono di comprendere la modernizzazione in stile cinese.
Il punto di partenza della modernizzazione è un antico paese civilizzato, che realizza la modernizzazione nella convivenza armoniosa tra uomo e natura e intraprende la strada dello sviluppo pacifico. Aderendo al concetto che anche le acque limpide e le montagne lussureggianti sono beni inestimabili, la Cina ha portato avanti vigorosamente progetti di rimboschimento artificiale, persino in aree desertiche: basti pensare che un quarto dell’inverdimento mondiale viene dalla Cina.
Seguendo questi esempi, si comprende come la Turchia non abbia avuto  bisogno di aderire all’Unione europea per raggiungere la modernizzazione, come il Brasile non ha bisogno di distruggere la foresta amazzonica per riscattarsi socialmente ed economicamente.
Il percorso della modernizzazione nel più grande Paese in via di sviluppo, ha concentrato centinaia di anni di modernizzazione in pochi decenni, tagliando numerose fasi intermedie e costituendo un valido esempio per altri paesi emergenti.
La modernizzazione non è l’alienazione degli esseri umani, ma la realizzazione della prosperità comune di tutto il popolo, cambiando la narrativa binaria modernità-arretratezza basata sulla distruzione delle tradizioni storiche.
Confucio diceva: “Se vuoi affermarti, consenti agli altri di farlo; se vuoi svilupparti, aiuta gli altri a farlo“. Il presidente Xi Jinping ha anche affermato che solo quando il mondo sta bene la Cina lo può, e solo quando la Cina sta bene il mondo può trarne vantaggio. La modernizzazione in stile cinese non solo realizza il grande ringiovanimento della nazione cinese ma anche la modernizzazione comune, costruisce una comunità con un futuro condiviso e crea una nuova forma di civiltà umana attraverso la cooperazione internazionale. È dalla prospettiva della civiltà umana che la modernizzazione cinese impara dalla modernizzazione occidentale e raggiunge sempre nuovi traguardi.
Il futuro del mondo dipende dal successo della modernizzazione in stile cinese e dalla sua estensione internazionale: la “Belt and Road Initiative”, vastissimo programma di realizzazioni infrastrutturali che coinvolge un ampio numero di aree geografiche.
Auspico che il bene di ciascuno trovi fondamento nell’armonia globale e possa sfociare nel conseguimento di obiettivi ambiziosi di sviluppo e crescita nel rispetto degli equilibri naturali e dei diritti di tutti i popoli. 

* WANG Yiwei è Jean Monnet Chair Professor, Direttore dell’Institute of International Affairs presso la Renmin University of China.

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