NON SARÀ FACILE

NON SARÀ FACILE

di Guido Di Massimo

A proposito della tragedia Israeliani-Palestinesi si parla di reazione più o meno sproporzionata da parte di Israele nei riguardi di Gaza. Forse s’interpretano i fatti considerandoli dettati essenzialmente da spinte emotive. Anche il dire che la reazione di Israele sarebbe stata più comprensiva se immediata significa dare peso alla rabbia e alla vendetta che avrebbero giustificato ciò che col passare del tempo, con lo “sbollire” della rabbia appare sempre meno accettabile. Che la feroce incursione del 7 ottobre abbia generato in Israele rabbia e voglia di vendetta è innegabile. Ma se si considera che l’incursione è stata organizzata da Hamas, che il dichiarato obiettivo di Hamas è di eliminare Israele e che di conseguenza, ora, il dichiarato obiettivo di Israele è quello di eliminare Hamas, quanto sta accadendo va visto alla luce della alternativa del “mors tua vota mea”. Quindi, da parte di Israele non si tratta del poco nobile sentimento della vendetta o di rabbia o della legge del taglione, ma di una decisione razionalmente decisa. Rimane da vedere se nella decisione sono state considerate tutte le variabili in gioco.
Le morti e distruzioni provocati dai bombardamenti su Gaza sono le conseguenze della guerra ad Hamas. I bombardamenti sono “mirati” e generalmente “preavvisati”, ma Hamas ha posto i suoi centri nevralgici sotto o accanto a quanto di più sensibile e controproducente in caso di bombardamento, una decisione estremamente razionale, sia per scoraggiare attacchi in quei luoghi, sia, nel caso di bombardamenti, per dimostrare al mondo quanto Israele sia indifferente alla morte dei civili, morti comunque utili per generare o rinfocolare l’odio contro Israele.
Intanto, più passano i giorni e si allontana l’orrore del massacro del 7 ottobre mentre si rinnova quelle dei pur “mirati” bombardamenti giornalieri su Gaza. Ne consegue che Israele tende a essere sempre più malvisto a livello internazionale.
Israele potrà eliminare le strutture di Hamas in Gaza ma, almeno per ora, non i suoi capi che sono al sicuro all’estero. Israele è caduto in una trappola come sostiene qualcuno o sta concretamente perseguendo i suoi fini? Lo sapremo solo alla fine dei conti, ma certamente il tempo lavora contro Israele, che in ogni modo dovrebbe bloccare con decisione le frange di coloni ed estremisti che agiscano in modo sconsiderato peggiorando una situazione già pessima.
Se l’attuale situazione durerà a lungo, i problemi potrebbero ampliarsi ben oltre i territori di Israele e Gaza. L’augurio, è che tutto finisca al più presto e che si pensi fin d’ora all’equilibrio di un futuro che non sia la premessa di ulteriori tragedie.
Non sarà facile.

 

Fonte Foto: Wikimedia CommonsIsrael Defense ForcesCC BY-Sa 2.0 Deed

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