Un argomento oggi alla ribalta dell’attenzione mondiale è la crisi in corso Russia-Ucraina
di Gen. Salvatore Carrara
Vice Presidente di Democrazia Liberale
La minaccia di un’incursione russa in Ucraina preoccupa molto più di quanto si pensasse in precedenza. Mentre gli Stati Uniti hanno lanciato un nuovo sforzo per risolvere lo stallo, Mosca continua ad ammassare truppe alle porte del suo vicino.
Il Presidente Biden ha dichiarato che “riterrà Putin responsabile delle sue mosse in Ucraina e imporrà delle sanzioni mai viste, indipendentemente dalla quantità di territorio occupato”. Ha aggiunto che gli Stati Uniti aumenteranno i livelli delle truppe nella regione, compresa la Polonia, rispettando gli obblighi previsti dal trattato NATO.
La missione diplomatica del Segretario di Stato Blinken, organizzata in fretta e furia, segnala l’urgenza di trovare un accordo per giungere ad una auspicata de-escalation della crisi.
L’avvertimento di Washington che un attacco russo potrebbe arrivare in qualsiasi momento, pone l’Europa in una situazione di apprensione per una delle sue più grandi crisi di sicurezza dalla Guerra Fredda.
Parlando con i diplomatici dell’ambasciata degli Stati Uniti a Kiev, Blinken ha fatto eco a queste preoccupazioni avvertendo che l’afflusso di truppe di Mosca sembra precludere ad un possibile lancio di un attacco con un preavviso molto breve. Si spera che la Russia si attenga a un percorso pacifico, in considerazione che non vi è alcuna provocazione da parte dell’Occidente.
Nel suo discorso a Strasburgo del 19 gen u.s., iI Presidente di turno dell’ UE, Emmanuel Macron, ha sostenuto che la Sovranità degli Stati europei, l’Ucraina, i Balcani, il Regno Unito e il continente africano sono tra le priorità, richiamando i colloqui avuti in Normandia con il Premier Tedesco, per cercare una soluzione politica al conflitto in Ucraina, che rimane fonte di tensioni”e auspicando la creazione di un nuovo ordine di sicurezza e stabilità da condividere con gli alleati nel quadro della Nato, proponendola per un negoziato con la Russia.
Ma l’ Europa, purtroppo, come già avvenuto con il ritiro statunitense dall’Afghanistan, anche in occasione dei negoziati in corso tra Russia, Stati Uniti e Nato sull’attuale crisi, dove si assumono decisioni geopolitiche e strategiche che la interessano in maniera diretta, resta a guardare mentre i grandi si parlano.
In gioco c’è la proiezione di Mosca in Europa nord orientale e il sempre più forte legame che la lega alla Cina, l’allargamento della Nato e il dispiegamento di mezzi e uomini lungo l’asse orientale.
Le posizioni delle cancellerie del Vecchio Continente sono molto diverse tra loro. Si va dalla ostilità al Cremlino di alcuni Paesi a quelli ( Francia, Italia e Germania) che vorrebbero un coinvolgimento di Mosca in un dialogo che riavvii i rapporti commerciali e, in particolare, il contestato gasdotto North Stream 2, oggetto del contendere di Berlino con Kiev e con Washington che intravede un segno di convergenza strategica oltre che commerciale.
Non rimane che sperare nell’attuazione di quanto proposto dal Presidente Macron in merito alla costruzione di un nuovo ordine di sicurezza e stabilità, negoziandolo con la Russia, che potrebbe portare ad una soluzione pacifica della pericolosa crisi attuale, evitando un nuovo sconvolgente conflitto.