DIARIO LIBERALE DI DOMENICA 15 MAGGIO

DIARIO LIBERALE DI DOMENICA 15 MAGGIO

di Roberto Tumbarello

Forse non è equo paragonare il petto della donna a quello dell’uomo e pretendere la parità di diritti nell’esporlo – Accade a Berlino ai bordi di una piscina per bambini. Una bella signora di 38 anni col figlio si toglie la camicetta e rimane a seno nudo. Ma persino nella patria del nudismo, il servizio di sicurezza la costringe a rivestirsi perché il regolamento del locale lo vieta. Col quesito perché agli uomini è concesso di stare a torso nudo e alle donne no?

Si finisce il tribunale reclamando la parità di diritti. Anticipando il processo, si apre in tutto il mondo un intrigante dibattito etico. Il petto della donna è uguale a quello dell’uomo, pur essendo considerato un simbolo sessuale?

Anziché inseguire con sanzioni l’amante con cui ha due figli, servirebbe di più coinvolgerla per convertire Putin.

Una bella donna, soprattutto se il beneficiario è settantenne, può più della diplomazia per fargli capire che il potere è nella stima e nel prestigio, non nella forza. Non è vero che tre quarti dei paesi del mondo lo approvano. Sono con lui molti governi, ma la gente comune di qualsiasi nazionalità, religione e colore della pelle sta dalla parte degli aggrediti, anche se spesso non può dirlo. Quella donna può spiegargli che sta infliggendo ai propri figli umiliazioni che non si meritano. E che, prima o poi, i dittatori finiscono male. La Russia ha armi micidiali, ma non può usarle perché anche gli altri ne posseggono altrettali e altrettante, forse anche più letali.

C’è chi – come Navalny – sostiene che, per stare con Putin, la Kabaeva dev’essere della stessa pasta.

È probabile. Ma io ho grande considerazione per i campioni. Posseggono una classe che poche altre persone hanno. Lo scoprii una sera di tanti anni fa a Parigi, a una cena di Régine – ci ha lasciati da qualche giorno a 93 anni. Personaggio noto del jet set, sopravvissuta alle persecuzioni razziali, era famosa per avere gestito i più bei locali notturni del mondo. Nel più celebre, al 49 di Rue de Ponthieu, conobbi Carlos Monzòn, il campione argentino che nel 1970 batté Nino Benvenuti. Vederlo mangiare con le mani, in un ambiente così elegante e raffinato, non dava fastidio a nessuno; era un campione!

E poi, dato che il nucleare ce l’hanno tutti e quindi nessuno può usarlo, pena fine del mondo, è meglio eliminarlo. Brucia tanto denaro a discapito di sanità, cultura, ricerca scientifica e assistenza. Terminata questa maledetta e crudele guerra, è necessario intraprendere una campagna di eliminazione di armi da cui dipende la sopravvivenza dell’umanità, cioè chimiche e nucleari. Però, questo dovrà avvenire con la massima trasparenza e lealtà, e senza accuse reciproche. Seppure nessuno avrà la follia di usarle, qualcuno per errore o esasperazione potrebbe egualmente ricorrervi. Non sarà possibile eliminare le guerre ma almeno facciamo in modo che non crolli tutto.

Draghi invita Biden a chiamare Putin: “Solo tu puoi trovare un accordo di pace”. Ma lui spera nella sconfitta dei russi “Ci penserò”, risponde, e poi, per la verità, fa chiamare il ministro della Difesa russa dal suo omologo USA. Ma continua a pensare che coi 40 miliardi  di armi USA l’Ucraina si è fortificata e potrebbe fermare e respingere l’aggressore. E che “a vincere la guerra è la resistenza. Gli aggressori abbandonano i carri armati e – generali in testa – se la danno a gambe levate. Davide ha messo al tappeto il gigante Golia. Adesso l’esercito ucraino marcia trionfante verso Mosca. La gente ha paura e scappa in Siberia. Salvini rinuncia al visto per la Russia. Gli italiani, sempre dalla parte del vincitore, sono di nuovo filo americani. Putin chiede asilo politico alle Seychelles”. Poi, Biden si sveglia di soprassalto in un bagno di sudore.

Ci sono ricorrenze, come quella dell’11 maggio, in cui coincide il ricordo di due eventi, uno felice e l’altro luttuoso.

A Marsala, di solito nello stesso giorno si festeggiava il primo, lo sbarco del Mille nel 1860, mentre si commemorava con tristezza l’altro del 1943, la strage di Villa del Rosario, dove morirono altri mille che pensavano di essersi messi al sicuro in un rifugio la cui sola uscita fu bombardata dall’aviazione alleata e lì morirono tutti (compresi alcuni miei parenti). Così fu per anni. Poi, in politica ci fu il ricambio generazionale e molti ricordi sono stati cancellati dall’incapacità, dall’ignoranza e dall’insensibilità. Non si festeggia più con solennità lo sbarco dei Mille (1860) che riunificò il paese e creò l’Italia. Né si ricorda più quella strage degli innocenti, mori come topi in trappola.

Non ce l’aspettavamo da un Papa, però è una considerazione che spiega, senza giustificarla, l’aggressione di Putin Non so se sia stato l’abbaiare della Nato a provocare la guerra, ma certamente l’ha facilitata”. Da persona saggia il Pontefice suggerisce di mitigare il tono dei latrati, che, invece, aumentano e sfidano l’aggressore senza temere che la guerra si allarghi. Intanto Svezia e Finlandia, neutrali per antica tradizione, si sono messe paura e vogliono aderire alla NATO. Putin voleva meno NATO e finirà per averne di più. Si chiama eterogenesi dei fini!

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