IDIOZIE E SCIOCCHEZZE COME PROVE DI LIBERTÀ

di Guido Di Massimo

Dobbiamo essere felici del nostro Paese, delle nostre istituzioni e dei nostri costumi. E ancor più felici del grado di libertà di cui godiamo.

Ma qual è il nostro grado di libertà? Come valutare il grado di libertà di un Paese? Per valutarlo si parla in genere del suo grado di libertà politica, economica, di stampa, religiosa, di pluralismo ecc. In base a parametri specifici sono stati anche “costruiti” vari indici di libertà aggiornati da centri studio seri e affidabili.

Ma sono solo indici non sono prove.

Tra l’altro di libertà ce ne sono molte: c’è la libertà teorica, quella pratica, quella goduta, quella esercitata, quella sentita. E ci può essere un tale identico “sentir comune” e un tale “conformismo” o “conformismo dell’anticonformismo” per cui, di fatto, c’è un rifiuto della libertà oppure un “non bisogno di libertà”, per cui una libertà pur disponibile non viene esercitata e se ne perde gusto, esercizio e coraggio lasciandola infine morire per “non uso”. E questi aspetti in genere non sono rilevati da un indice.

In realtà è difficile valutare il grado di libertà di un paese senza guardarne l’uso e gli effetti che produce, mentre diventa facile e immediato se osserviamo proprio questi. La libertà è la più grande e forse la più fragile delle conquiste dell’uomo, e nella libertà fiorisce di tutto, anche le sciocchezze e le idiozie più ineffabili. Ma sono proprio queste ultime misura e prova della libertà di un paese e di un popolo. Sono la cartina di tornasole della presenza di libertà.

Da noi fioriscono “terrapiattisti”, “no-vax”, “no-tav”, “no-triv”, complottisti a tempo pieno, negazionisti della luce del sole e da ultimo anche putinieri e putinisti di consapevolezza incerta e di orientamento vario e fantasioso. Li dobbiamo ringraziare: sono loro che ci garantiscono e dimostrano che il nostro è un paese libero.

È quando essi non ci saranno più che dovremo preoccuparci.