IL PONTE SULLO STRETTO, TRA ENTUSIASMI E INCUBI

IL PONTE SULLO STRETTO, TRA ENTUSIASMI E INCUBI

di Giuseppe Gullo

Vi sono vari livelli di interesse e di attenzione intorno alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina che la Lega ha eletto a suo progetto identitario. Vi è  l’opposizione dei no-ponte che hanno rispolverato vecchi slogan e nuovi incubi veri o presunti. Alcuni sono militanti della sinistra ecologista e di quella antagonista, tutori dell’intangibilità del paesaggio e del mito omerico di Scilla e Cariddi. Eredi di coloro che nel 1964 gridavano allo scempio per la costruzione dei piloni sulle due rive per il passaggio dei cavi elettrici e che oggi qualcuno definisce la Tour Eiffel dello Stretto. Persone in completa buona fede che ritengono che nulla deve essere modificato ma che non hanno detto nulla quando una cementificazione selvaggia ha coperto ogni mq disponibile in tutta la riviera nord, per tradizione quella migliore della città e più alla moda. È un movimento eterogeneo e abbastanza distante dalla gente che abita nei villaggi e nelle periferie e che vede tutte queste polemiche come cose già viste e sentite mille volte che non hanno avuto  seguito. Molti di coloro che fanno parte di questo schieramento hanno casa nella zona più interessata alla costruzione del ponte e vivono come un incubo la prospettiva che venga sconvolta la vita alla quale sono abituati.
I Partiti del no, PD in testa, che è in profonda crisi politica e che ha conseguito alle amministrative di un anno fa un risultato molto deludente, cerca di inserirsi nel dibattito, ma la debolezza dell’organizzazione locale rende il tentativo quasi velleitario. Gli enti locali e in particolare il Comune di Messina e la Regione Sicilia stanno svolgendo un ruolo marginale di spettatori, in parte per il protagonismo francamente eccessivo di Salvini, in parte per limiti evidenti dei vertici istituzionali. Non mi risulta, spero di sbagliare, che il Consiglio Comunale del capoluogo abbia dibattuto sul problema e abbia espresso un orientamento in merito. Né sono a conoscenza di prese di posizione da parte del Sindaco a eccezione di una giusta lamentela per l’esclusione dal tavolo di incontro a Roma. Qual è la posizione del Comune su una questione così rilevante per il futuro della città? È incredibile pensare che in un dibattito che investe l’intero Paese una delle due città direttamente coinvolte nel mega progetto taccia e non si pronunzi su cosa sia meglio per la comunità amministrata. Sarà effetto dello scirocco, forse.
Vi è poi il variegato fronte pro-ponte. Al suo interno vi è di tutto. Chi crede che il ponte sia l’ultima opportunità per un’area depressa fortemente colpita dall’emergenza economica e sociale e pensa che il ponte possa rappresentare l’opportunità storica per far sì che il porto torni ad essere ciò che è stato per secoli, e cioè un crocevia dei commerci per tutta l’area del Mediterraneo, e ritiene che l’impatto ambientale sarà infinitamente minore del danno già fatto dal cemento e dalla speculazione edilizia. Vi è chi s’intesta un’opera grandiosa solo per solidarietà partitica e per avere un ruolo che altrimenti non avrebbe. C’è chi utilizza la tribuna mediatica per lanciare proposte che in questa fase hanno il sapore quantomeno dell’intempestività, come quella di intitolare il ponte, ancora nella fase pre-progettuale, al leader di Forza Italia da poco deceduto. Vi sono gli organizzatori di eventi che si danno subito da fare per utilizzare l’argomento per mettere in piedi un mega convegno invitando un archistar in un grande albergo di Taormina, saltando a piè pari Messina e i comuni più direttamente toccati dall’esecuzione del manufatto.
Vi è poi chi sta silenzioso alla finestra nonostante sia conosciuto per la loquacità su tutto e su tutti. Il capo e fondatore di Sud chiama Nord sull’argomento tace. Ovviamente, è quasi superfluo dirlo, tacciono i due Parlamentari eletti a Messina che avrebbero invece titolo per interloquire. Persone vicine a De Luca sostengono riservatamente che il neo Sindaco di Taormina sarebbe favorevole al ponte ma contrario alla costruzione a una sola campata. Non sapevo che l’ex Sindaco di Messina avesse competenze tecniche tali da consentirgli di intervenire su questioni sulle quali si confrontano i maggiori studiosi del settore. Ma come è noto la Sicilia è terra di tuttologi nella quale ciascuno si sente autorizzato a intervenire su ogni argomento che desti l’ interesse dell’opinione pubblica. Nessuna sorpresa se  dovesse capitare di sentire qualcuno che ne sa di costruzioni di ponti quanto me, cioè nulla, indicare la soluzione più adatta per l’attraversamento stabile dello Stretto di Messina.
Vi è poi il livello tecnico scientifico che è quello nel quale si confrontano opinioni diverse confortate da studi e da esperienze già maturate in altri Paesi. Ho appreso che proprio in questi giorni è stato inaugurato il ponte che attraversa il Danubio a Braila in Romania con una campata di circa 1200 metri, sicuramente meno impegnativo tecnicamente del costruendo manufatto sullo Stretto, ma pur sempre un’importante opera realizzata da imprese italiane. Così come ho letto che in mezzo allo Stretto, tra le due faglie che sono all’origine della sismicità del territorio, vi è una “sella” che è stata sempre esente da movimenti tellurici anche in occasione dei più gravi terremoti che hanno colpito Messina e Reggio Calabria. Il fatto è che ci sono conoscenze e professionalità di così elevato grado da consentire di progettare una grande opera con la fondata e ragionevole previsione che essa possa pienamente servire allo scopo per la quale viene realizzata. Vi è infine il teatrino di chi parla di esperienza spirituale e luogo d’incontro ed evoca sensazioni e sentimenti metafisici che hanno poco o nulla da spartire con l’argomento di cui discutiamo.
In conclusione mi viene in mente una domanda da rivolgere a chi amministra la Città: ma i messinesi cosa pensano della possibilità di costruire il ponte che unisce l’isola al continente? Perché non chiederlo ai cittadini? E’ stato fatto in occasione della proposta di scorporo di una parte del territorio della città; perché non ripeterlo per una questione ben più importante e forse decisiva per il futuro di Messina?

 

Fonte Foto: Wikimedia Commons (CC BY-SA 3.0) – Kasper2006

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