LA POLITICA SICILIANA AL TEMPO DI CATENO DE LUCA

LA POLITICA SICILIANA AL TEMPO DI CATENO DE LUCA

di Giuseppe Gullo

La Sicilia è stata spesso, nella storia italiana dal secondo dopoguerra a oggi, il luogo di esperimenti politici prodromici a formule ed alleanze che si sono in seguito diffuse in altre parti e nel Governo del Paese. Da alcuni mesi, almeno dalle elezioni regionali, l’elettorato dell’isola invia segnali  forti e meritevoli di attenzione. Cosa sta accadendo di così importante?
Alle elezioni per il rinnovo dell’ARS, nel 2022, il Partito Autonomista ha preso il 6,8 % e la nuova DC il 6,5%. Cateno De Luca, candidato Presidente e leader del partito “Sud chiama Nord”, da lui fondato,  ha conseguito il 24% e le liste  collegate poco meno. Complessivamente il 37%. È’ chiaro che il movimento di De Luca è diverso dagli altri due e ad essi non assimilabile. È’ tuttavia una parte importante di elettorato in “libera uscita” che contesta e non si identifica negli schieramenti tradizionali e insegue un obiettivo che non  è del tutto chiaro. né nelle finalità né nei passaggi intermedi, e segue il populismo rissaiolo di chi recita la parte del moralizzatore senza esserlo. Gli altri due sono invece organizzazioni che si richiamano il primo alla Democrazia Cristiana, di cui ripropone nome e simbolo, che è stata in Sicilia, come nel resto del Paese, il perno politico dei governi per 45 anni.
Il secondo si riferisce in modo dichiarato all’antico e mai sopito spirito autonomistico che fu all’origine dello Statuto Speciale di cui gode la Regione Siciliana. Entrambi hanno leaders di grande esperienza che hanno condiviso  il prestigioso incarico di Presidente della Regione e, loro malgrado, la medesima sorte di essere deposti per via giudiziaria. Cuffaro, capo della nuova DC, con una condanna definitiva per presunte collusioni mafiose per la quale ha scontato anni di carcere, e Lombardo, capo di MPA, con processi dai quali è venuto fuori con piena assoluzione dopo quasi 13 anni. Tornati entrambi nell’agone politico hanno dimostrato che i loro Partiti hanno un radicamento diffuso e profondo coi risultati ottenuti alle regionali, ribaditi e aumentati in occasione delle amministrative di pochi giorni fa e prima ancora con l’elezione del Sindaco di Palermo. Sia nella capitale siciliana che a Catania i nuovi Sindaci di centro destra hanno avuto dalla nuova DC e dal MPA un contributo molto importante.
De Luca, da parte sua, ha stravinto a Taormina doppiando il Sindaco uscente esponente del PD e inanellando la quarta sindacatura in vari comuni del messinese, compresa quella della Città capoluogo dalla quale si è dimesso per correre per la Presidenza della Regione. La vittoria a Taormina è certo sorprendente ove si consideri che De Luca l’ha conseguita senza alcun sostegno dei Partiti, anzi in aperta polemica con essi, e senza avere con la città alcun particolare legame. La mia opinione è che il “nostro” cerca una visibilità che la carica di deputato regionale non gli avrebbe consentito sebbene sia a capo di una pattuglia di otto eletti. Taormina è un luogo di turismo internazionale, è conosciuta in tutto il mondo, oggi in modo particolare dopo il grande successo di una fiction americana ambientata nella perla dello Jonio. Ne è conferma il tutto esaurito per la stagione estiva appena iniziata con conseguente lievitazione dei prezzi. Vedremo presto, credo, il neo Sindaco “mettere le tende” nel teatro antico e utilizzare ogni manifestazione e soprattutto qualunque passaggio televisivo per comparire spesso con iniziative clamorose e inattese. Chi vivrà…..!
Resta ferma l’idea che se per qualunque ragione in atto non prevedibile dovesse riaprirsi il tavolo regionale, inframezzato dalle elezioni europee, nel “superiore interesse dei siciliani” il monte Tauro verrebbe abbandonato magari con la promessa di portarlo nel cuore tra i mosaici dorati della Cappella Palatina. La domanda tuttavia rimane in tutta la sua cruda realtà: qual è la ragione per la quale la schiacciante maggioranza degli elettori taorminesi ha dato la sua fiducia, per la carica di Sindaco, a un politico estraneo alla città? Qualche tentativo in passato fu fatto in questa stessa direzione con risultati tutt’affatto diversi. De Luca invece non solo ha ottenuto il risultato pieno ma è riuscito in passato, lasciando la carica di sindaco di Messina, a designare il successore che è stato eletto al primo turno senza colpo ferire, bypassando altri/e che sembravano in pole position.
Occorre dunque modificare i tradizionali parametri di giudizio coi quali abbiamo fino a oggi esaminato i “fenomeni” politici che si sono succeduti negli anni. Certo i dati sopra riferiti non possono essere equiparati al risultato ottenuto nel 2018 dai 5stelle, un incredibile quasi 33% nazionale. Tuttavia ottenere il 24% in una Regione di cinque milioni di abitanti e con una superficie enorme, è un risultato di grandissimo rilievo. E’ chiaro che il neo Sindaco di Taormina possiede la capacità di utilizzare al meglio i canali social e conosce bene la tecnica della comunicazione diretta con un linguaggio spesso sopra le righe che colpisce l’immaginario collettivo e gli conferisce l’aura di un politico “diverso”, non conformista e paradossalmente in conflitto con lo stesso ceto al quale appartiene. In occasione della pandemia e dei provvedimenti di chiusura ha brandito il manganello promettendo colpi a destra e a manca col risultato di essere ritenuto il solo capace di fare qualcosa invece di restare a guardare. Cosa farà in tempi di normalità che ci auguriamo continuino a lungo? Quali saranno gli obiettivi contri i quali dichiarare una nuova “guerra santa”?
Il dato politico è che in Sicilia, con connotazioni diverse e differenti collocazioni, vi è un bacino elettorale che vale il 40%, che si sente lontano dal PD e dalle forze di sinistra, contiguo alla destra ma con essa non identificabile. A quest’area occorre guardare come a una realtà potenzialmente in grado di modificare o quantomeno incidere sulle prospettive di alleanze a medio e lungo termine per rilanciare una politica realmente autonomista e meridionalista e per evitare che si perdano del tutto, come si stanno perdendo, le occasioni offerte dal PNRR.

 

Fonte Foto: Pixabay – user32212

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