LA SCOMMESSA DEL TERZO POLO

LA SCOMMESSA DEL TERZO POLO

di Giuseppe Gullo

È stato sottolineato da molti osservatori che l’attuale sistema elettorale con il quale sarà eletto il nuovo Parlamento è pessimo sotto molti aspetti ed in primo luogo per il fatto che espropria il cittadino elettore del diritto di scegliere chi lo rappresenterà. È altrettanto evidente che questo sistema fa comodo a tutti i capipartito che sono arbitri delle scelte e che per questo non hanno fatto nulla per cambiarlo. Avviene così che un notabile venga paracadutato in un collegio ritenuto sicuro di una regione o di una città con cui non ha alcun legame. Allo stesso modo l’uscente Caio o Sempronio viene estromesso o confermato a seconda della decisione del suo capopartito. L’elettore ha quindi la facoltà di scegliere il partito o la coalizione ma non quello di indicare chi ritiene più idoneo a rappresentarlo.

Nella c. d. seconda Repubblica il confronto-scontro si è quasi sempre svolto tra le due coalizioni che si sono fronteggiate negli ultimi decenni, individuate approssimatamene come centrodestra e  centrosinistra, con protagonisti solo in parte diversi. Le prossime elezioni presentano la novità del terzo polo nato dall’unione dei movimenti fondati da Calenda e Renzi, Azione e Italia Viva.

In realtà non è una novità assoluta se si considera che nel 2018 conseguì la maggioranza relativa, con un clamoroso 32,7% dei consensi, il movimento fondato da Grillo, che già nel 2013 aveva conseguito un 24% circa, un risultato che avrebbe dovuto mettere in preallarme le altre forze politiche. In verità, i 5S, più che un terzo polo, si erano presentati come una formazione alternativa, di totale contestazione del sistema, dichiaratamente indisponibile a governare con altre forze politiche. Purtuttavia rispetto ai partiti di sinistra (PD) e destra, (FI-Lega), coi i rispettivi satelliti, erano una terza possibilità che l’elettorato premiò, anche se sappiamo com’è finita.

Secondo alcuni quel voto rappresentò una rivolta popolare pacifica che aveva l’obiettivo di punire una classe politica autoreferenziale, lontana dai bisogni della gente. Secondo questa tesi se il movimento avesse avuto il 10% sarebbe stata utile ad un processo di cambiamento come forza di stimolo e di testimonianza. Il successo conseguito in una misura inattesa l’ha invece costretto a governare senza essere preparato e senza essere pronto a farlo con i risultati che abbiamo visto. In realtà mai un movimento anti sistema, prima del 2018, aveva raggiunto percentuali di consenso così alte. In anni lontani i radicali avevano raggiunto l’8% e l’MSI di Almirante  raggiunse negli anni 70 circa il 9% dei consensi e il 16% nelle elezioni regionali in Sicilia. Percentuali molto lontane dal quasi 33% dei Grillini. Fatto è che per la prima volta la maggioranza relativa degli elettori ha votato fuori dallo schema destra-sinistra.

Ancora diverso è il precedente del 2013 nel quale il terzo polo, Scelta Civica, rappresentato dal partito del primo ministro uscente,  il sen. Monti, conseguì circa il 9% dei voti ma ebbe vita breve e scomparì prestissimo dalla scena politica.

Il quadro attuale è ancora più diverso e, per certi versi, nuovo. A destra la Lega che nel 2018 ebbe oltre il 17% dei consensi, secondo i sondaggi perderà circa il 20-25%, attestandosi intorno al 13% mentre FdI che conseguì poco più del 4% viene dato intorno al 24%, sei volte in più rispetto al 2018. A sinistra il Pd viene accreditato di 4/5 punti in più rispetto al 18,72% del 2018, mentre i 5S perderebbero oltre il 2/3 del consenso ricevuto, precipitando a circa il 10%.  Questi ultimi non hanno più il ruolo che avevano svolto nelle passate elezioni e restano al margine del confronto.

Qual è lo spazio politico che intende coprire il neo nato terzo polo?

I capi dei due movimenti hanno entrambi un passato nel PD. Renzi al vertice come Segretario del Partito e Presidente del Consiglio. Dopo la caduta del Governo che presiedeva (e l’improvvida dichiarazione che se il referendum costituzionale confermativo non fosse passato, avrebbe lasciato la politica), nel 2019 ha lasciato il PD fondando Italia Viva col seguito di circa 60 parlamentari. È stato sostenitore della nascita del governo Conte II, inducendo il PD ad appoggiarlo, e l’ha poi messo in crisi alla fine del 2020 contribuendo in modo determinante alla nascita del Governo Draghi. La sua azione molto decisa è stata determinante nell’accelerazione della crisi dei 5S, facendo emergere le forti contraddizioni presenti nel movimento con la continua emorragia dei parlamentari e la forte perdita di consensi alle elezioni amministrative e regionali, e, da ultimo, con la scissione capeggiata da Di Maio. È apertamente sostenitore della necessità di continuare con la c.d. agenda Draghi, possibilmente con un Governo a guida dell’attuale Presidente.

Calenda è politicamente un’invenzione di Renzi. Manager in importanti società private, fu scelto da Renzi come rappresentante permanente dell’Italia nel Consiglio Europeo con una decisione fortemente contestata dal corpo diplomatico che considerava quel ruolo appannaggio della diplomazia. Successivamente, nei Governi Letta e Renzi è stato prima vice ministro allo Sviluppo Economico  dal 2013 al 2016, poi ministro nel medesimo dicastero nel Governo Gentiloni sino alle elezioni del 2018, esercitando quel ruolo con coraggio, capacità e inventiva nella trattazione di dossier complicatissimi come quello dell’Ilva di Taranto e di Alitalia. Questo gli ha consentito di acquisire notorietà nazionale approdando all’Europarlamento alle elezioni europee del 2019, eletto nelle liste del PD. Apertamente contrario a ogni forma di collaborazione con i 5S, ha lasciato il PD dopo che il partito ha deciso di partecipare alla maggioranza di Governo con i Grillini.

All’inizio della campagna elettorale Calenda ha sottoscritto, insieme a +Europa, un accordo col PD, che ha poi annullato nel momento in cui il PD ha accolto in coalizione Sinistra Italiana e Verdi ritenendo incompatibile i loro programmi con quello portato avanti dalla formazione politica da lui fondata, Azione.

I suoi denigratori gli imputano la stretta vicinanza cogli ambienti della c.d. Roma bene, quella che vive e opera ai Parioli. Calenda è figlio del giornalista e scrittore Fabio Calenda e della regista Cristina Comencini, è fratello della sceneggiatrice Giulia Calenda e nipote di Paola e Francesca Comencini e del diplomatico Carlo Calenda, ambasciatore d’Italia in Libia, India e Nepal, e consigliere del Presidente della Repubblica Sandro Pertini; suo prozio paterno era Felice Ippolito, uno dei promotori dello sviluppo dell’industria nucleare italiana, mentre suo nonno materno era il celebre regista Luigi Comencini, la cui moglie era la principessa Giulia Grifeo di Partanna, appartenente a una nobile famiglia siciliana. Come Renzi, fa riferimento all’agenda Draghi e auspica per il dopo elezioni la nascita di un Governo senza 5S, ancora una volta guidato dall’attuale Presidente del Consiglio.

Il suo programma è alquanto innovativo; solo per citare alcuni punti: collocazione internazionale (atlantismo ed europeismo), giustizia (separazione delle carriere dei giudici, non appellabilità delle sentenze di assoluzione, riforma del sistema di valutazione dell’attività dei giudici, riforma del CSM), energia (SI al nucleare, ai termovalorizzatori e alle fonti alternative), istituzioni (elezione diretta del Presidente del Consiglio nel contesto di una più ampia riforma costituzionale), mezzogiorno (protagonista della geopolitica mediterranea, incentivando la produzione di energia da fonte solare, eolica, geotermica e marina, sede di approdo dei gasdotti e d’interscambi commerciali), fisco (riduzione della pressione senza rinunciare alla progressività), lavoro (introduzione del salario minimo), welfare (rimodulazione del reddito di cittadinanza).

Non sappiamo se sarà sufficiente per votarlo, ma forse ci si potrebbe scommettere sopra, avendo ben chiaro che la posta in gioco è molto alta e che il populismo, l’autarchia e l’arretramento civile e culturale si battono con la chiarezza e la trasparenza, con il buonsenso e l’umiltà.

Commenta questo articolo

Wordpress (0)
Disqus ( )