LE PRIME MOSSE DEL GOVERNO, TRA LIBERTÀ E ORDINE PUBBLICO

LE PRIME MOSSE DEL GOVERNO, TRA LIBERTÀ E ORDINE PUBBLICO

di Giuseppe Gullo

Le dichiarazioni programmatiche rese dalla Presidente del Consiglio in Parlamento seguono il filo dei temi di maggior rilievo toccati in campagna elettorale, con l’eccezione dell’uso del termine inglese-americano “cheerleader”, di cui ignoravo l’esistenza e il significato prima d’ora. Evidentemente è stato ritenuto intraducibile se non è stato reso in italiano costringendo i “pochi” parlamentari che non hanno dimestichezza con la lingua inglese a ricorrere a internet per capirne il significato, come ho dovuto fare io e chissà quanti altri. Dettaglio insignificante per chi promuove il Made in Italy piuttosto che il prodotto in Italia.
Le questioni importanti dicevamo. Rilevante certamente il fatto che il Primo Ministro abbia voluto dare alle donne l’assicurazione che non hanno nulla da temere dal Governo appena insediato. Non vi è ragione per dubitarne, sebbene la nomina a Ministro della famiglia di una personalità politica nota per le sue posizioni anti abortiste e di difesa delle posizioni tradizionaliste e integraliste dell’associazionismo che ha promosso il movimento del family day, sia di segno contrario rispetto alle dichiarazioni rese davanti al Parlamento.
Sul versante delicato dei rapporti con l’UE, la parola d’ordine è lealtà e rispetto senza cedimenti e pregiudizi. Resta il problema delle posizioni pregresse che ovviamente non potranno essere cancellate e sulle quali grava l’ingombrante presenza della figura del Primo Ministro ungherese. L’Europa, pur con evidenti carenze, resta un riferimento imprescindibile sul quale l’Italia ha potuto contare in particolare negli ultimi venti mesi col Governo Draghi. La nuova Presidente non è conosciuta in sede comunitaria e i suoi comportamenti saranno valutati con molta attenzione e anche con una certa curiosità dovuta alla matrice politica del Governo. I rapporti con gli USA e con l’Alleanza Atlantica sono anch’essi tutti da scrivere per verificare se vi sarà corrispondenza tra la fedeltà ribadita in molte sedi e i comportamenti concreti.
Le maggiori novità annunciate riguardano la politica interna. Sulla dolente questione dell’immigrazione sarà riproposta una politica di chiusura. Ancora una volta la Lega giocherà questa carta nella speranza che possa consentirle di recuperare una parte dei consensi perduti. Salirà di tono anche la polemica con l’UE, che sull’argomento non ha sicuramente le carte a posto. Resta il fatto che il blocco dell’immigrazione è una scelta miope. Un Paese con una popolazione sempre più anziana in forte e costante decrescita, con moltissimi connazionali che non intendono fare alcuni lavori, può rinunziare alla forza lavoro che proviene da Paesi extracomunitari? Ho deliberatamente evitato di scrivere di sentimenti umanitari sui quali le sensibilità possono essere diverse, ma sul dato di fatto che senza manodopera molte imprese dovranno chiudere e una grande quantità di servizi resteranno privi di addetti, c’è poco da discutere. Saranno gli imprenditori del nord a invocare l’arrivo di operai alla stessa stregua degli operatori agricoli del centro-sud. Cosa diversa è controllare e pretendere che l’intera Europa si faccia carico del problema. Così come è necessario promuovere e sostenere una politica di integrazione effettiva nei confronti di tutti e in modo particolare dei giovani figli di extracomunitari nati in Italia che hanno diritto di essere considerati cittadini a pieno titolo.
In materia fiscale la tassa piatta e la c.d. pace col fisco sono due argomenti forti. Credo di capire che “pace” sia sinonimo di “condono”. Il consenso per un nuovo provvedimento di sanatoria fiscale è vasto con le giuste remore di coloro che lo ritengono ingiusto e volto a favorire chi ha evaso. Il problema è sempre lo stesso: la necessità di fare cassa per dare ossigeno alle esangui finanze dello Stato e delle Regioni. Per finanziare cosa? Se l’introito straordinario dovesse servire a migliorare l’istruzione, la sanità, i trasporti pubblici, l’informatizzazione, ben venga, altrimenti sarebbe un ulteriore spreco in danno dei contribuenti onesti.
La tassa piatta è incostituzionale in quanto viola il principio di progressività diminuendo il carico sui ceti più abbienti e penalizzando quelli più bassi. Avverto intorno ad essa un notevole interesse da parte del ceto medio-alto, fortemente colpito dalle attuali aliquote, che vede nella sua introduzione un modo per avere una minore pressione. Su questo versante si gioca una partita delicata dal cui esito dipende l’aumento o la diminuzione del consenso al Governo nei prossimi 12:24 mesi. Sul RdC e sulla gestione della prima fase della pandemia, la Presidente ha detto cose condivisibili e di buon senso che mi auguro trovino attuazione.
Al suo esordio la Meloni ha dimostrato sicurezza, padronanza del ruolo, rispetto istituzionale e un approccio non arrogante. Il resto lo vedremo presto sul campo e sarà un parametro di valutazione più certo.
Il primo CdM operativo è stato caratterizzato dall’emanazione del DL che sanziona con la reclusione fino a sei anni chi promuove e organizza incontri di un numero maggiore di 50 persone in proprietà pubbliche o private senza l’autorizzazione del proprietario. È un provvedimento inquietante oltre che politicamente e giuridicamente sbagliato. Il ricorso alla decretazione d’urgenza non è conforme al dettato costituzionale ed espropria il Parlamento del diritto di legiferare. Tanto più allorché introduce norme penali immediatamente applicabili che incidono sulla libertà personale. FdI finché è stata all’opposizione ha lamentato l’esautoramento del Parlamento. Giunta al Governo, ha cambiato radicalmente il proprio comportamento e come primo atto ha emesso un decreto legge senza che vi fosse nessuna urgenza.
Peraltro chi ha proposto il provvedimento approvato dal CdM sembra ignorare che la materia è già regolata dall’art. 633 c.p. e che sarebbe stato sufficiente inasprire le sanzioni amministrative e pecuniarie per contrastare efficacemente il fenomeno. Sulla tutela dei diritti fondamentali è necessario essere intransigenti e assolutamente garantisti. Non si toccano e basta! Sorprende che il neo Ministro dell’interno rassicuri dicendo che riguarda i rave e che non sarà esteso ad altri casi. Le norme prevedono fattispecie generali e astratte che come tali si applicano a tutti i comportamenti che realizzano l’ipotesi prevista. Su quali testi ha studiato il neo Ministro? Come fa a sostenere che commette il reato chi utilizza abusivamente una villa disabitata per un incontro ludico e non un collettivo di studenti che occupa una facoltà? O s’intende ottenere proprio questo? In cosa si ravvisa l’urgenza di intervenire
In sede di promulgazione il PdR avrebbe potuto valutarne la palese non conformità alla Carta e, se del caso, chiedere al Governo il riesame. Sta di fatto che l’iniziativa governativa è assolutamente sbagliata, come hanno riconosciuto esponenti della maggioranza, e quindi occorrerà apportare le opportune modifiche in sede di conversione per rimettere le cose al giusto posto! Sembra proprio che, sul punto, l’Esecutivo sia partito col piede sbagliato rischiando un clamoroso autogol. Meglio rifugiarsi in corner, prima che il danno diventi più grande!

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