PRESCRIZIONE E INTERCETTAZIONI, FINALMENTE UN BUON SEGNALE

PRESCRIZIONE E INTERCETTAZIONI, FINALMENTE UN BUON SEGNALE

di Giuseppe Gullo

È stata data minore attenzione di quella che meritava all’importante decisione del Parlamento di emendare profondamente e significativamente, in sede di conversione, i DL del Governo su due istituti delicati e fondamentali in materia penale. La prima modifica riguarda l’abrogazione delle norme proposte e approvate negli anni scorsi, per iniziativa degli ultimi due Ministri Guardasigilli, in materia di prescrizione dei reati. Chiunque abbia studiato i principi fondamentali sui quali si fonda il diritto dello Stato di punire chi ha violato una norma penale, sa che l’art. 111, comma 2, della Costituzione prescrive la ragionevole durata dei processi. Questo principio ha la duplice funzione di garantire il diritto del cittadino di ottenere una sentenza definitiva, in ogni campo da quello civile, all’amministrativo e soprattutto al penale per la peculiare natura del “bene” tutelato dalla norma, in tempi che siano certi e definiti. Solo un regime illiberale e autoritario può prevedere una durata indefinita dei processi e di conseguenza lo status di “eterno imputato” del cittadino. È una questione che attiene al fondamento stesso dello Stato e al patto sociale sul quale si fonda una vera democrazia. I conati giustizialisti, che riguardano sempre gli altri, sono soltanto manifestazioni di odio e frutto di una visione della società che vede nel pugno di ferro e nella pubblica gogna i vendicatori di chi la pensa diversamente. L’esercizio della giurisdizione deve essere rapido, tale da accertare responsabilità o acclarare estraneità ai fatti contestati il prima possibile. I giudici hanno tutti gli strumenti per farlo bene e presto svolgendo con diligenza il lavoro per il quale sono pagati molto meglio di qualunque altro dipendente dello Stato. Non vi sono diverse possibilità che non siano fortemente lesive della Democrazia Liberale che ha fatto grande e civile l’Occidente. Con la recente deliberazione parlamentare si è abbandonata la c. d. prescrizione processuale, che lasciava in piedi l’ipotesi di reato ma ne impediva l’accertamento, e si è tornati alla tradizionale disciplina che individuava nel decorso del tempo la causa estintiva del reato, in termini diversificati sulla base dell’entità della pena potenzialmente prevista. Qualcuno in buona fede può ritenere ammissibile che dopo vent’anni o più non sia stata pronunciata una sentenza definitiva e vi siano persone, famiglie intere e comunità in attesa di decisioni, dopo avere vissuto un lunghissimo periodo di stress, mortificazione, spese e talvolta gogna mediatica?
Su un importante strumento di indagine il Parlamento ha fatto chiarezza. Un improvvido DL consentiva le intercettazioni ambientali previste per i delitti di mafia, giustamente confermate, anche nelle indagini nelle quali fosse contestata la “modalità mafiosa”. Formulazione quest’ultima talmente vaga e generica da consentire alle procure mani libere con effetti devastanti sul diritto dei cittadini alla riservatezza, costituzionalmente tutelata. Sulle intercettazioni di tutti i tipi, occorre essere chiari e intransigenti. Sono strumenti necessari alle indagini ma non possono puntare al c.d. “effetto strascico” allo scopo di “pescare” comportamenti illeciti che nulla hanno a che vedere con l’indagine avviata, e al contempo devono servire a trovare  riscontri a prove o indizi già acquisiti. Non possono costituire o sostituire quello che nel fascicolo non c’è. Debbono inoltre rispettare rigorosamente il diritto dei terzi estranei all’indagine di avere garantita in modo completo la riservatezza. Centinaia di esempi vanno in senso opposto a questo principio sacrosanto che vale quando le inchieste riguardino personaggi eccellenti ma anche semplici cittadini che si trovano messi in mezzo senza sapere neppure di cosa si tratta. La vicenda che riguarda oggi il Sindaco di Santa Marinella, come quella che ieri riguardava le scappatelle di Palamara o avant’ieri le feste “eleganti” di Arcore sono emblematiche dell’uso distorto e inammissibile di uno strumento abusato. Finalmente il Parlamento ha battuto due forti colpi che speriamo siano solo i primi in una materia incandescente.
Per un sincero democratico e garantista è triste dovere rilevare che il PD ha votato contro, al traino dei giustizialisti e dei populisti. Non oso immaginare quale possa essere il raccapriccio della grande schiera dei giuristi di sinistra, che hanno voluto che la Costituzione contenesse il principio di non colpevolezza, della ragionevole durata dei processi, della finalità riabilitativa della pena e che hanno scritto in senso garantista le più belle e giuste norme del nostro ordinamento.

 

Fonte Foto: Wikimedia CommonsRuthvenCC0 1.00 Deed

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