QUELLI CHE NON ERANO CAPACI DI IMPARARE, ORA SI METTONO A INSEGNARE

QUELLI CHE NON ERANO CAPACI DI IMPARARE, ORA SI METTONO A INSEGNARE

di Roberto Tumbarello

Lo scandaloso episodio cui abbiamo assistito nei giorni scorsi al Consiglio Comunale di Terni non sembra penalmente rilevante. Neppure dal punto di vista morale perché assistiamo quasi quotidianamente a situazioni più gravi della rissa e per di più anche in alto loco. Tanto che – vedrà che non esagero, onorevole Premier – qualcuno proporrà al sindaco la candidatura alle europee e gli elettori lo voteranno. Perché in democrazia tutto ciò che succede è soprattutto colpa o merito dei cittadini. Però, l’accaduto è stato provvidenziale nell’evidenziare che le università telematiche non sono fabbriche di cultura ma di soldi per chi le gestisce. Tanti soldi, e per di più percepiscono lauti contributi dallo stato. Io ritengo – e sono certo di avere la sua autorevole approvazione, gentile Signora – che è più dignitoso un modesto diploma che una laurea che non vale nulla e che puzza da lontano di falso. Anzi, può addirittura turbare gli equilibri sociali. Le ricordo, se lo avesse dimenticato, che Mussolini aveva solo un diploma magistrale e non sollecitò mai una laurea ad honorem, di cui avrebbe potuto fare collezione. In questi comportamenti bisogna ammirarlo e soprattutto emularlo.
Quindi, abbia il coraggio di abolire queste cosiddette università, anche se ad autorizzarne l’istituzione fu la vedova Moratti quando era ministra dell’Istruzione e qualche persona che le è cara ha avuto la debolezza di approfittarne. Allo stesso modo inconsulto, per interesse elettorale, il fratello di Berlinguer istituì le lauree triennali. E fece bene per quanto riguarda le carriere tecniche. Ma concesse la qualifica di Dottore a chi le consegue, svalutando il titolo di chi ha la laurea magistrale o addirittura il dottorato di ricerca.

     Voi credete davvero che Prigozhin sia stato così stupido da salire su quell’aereo destinato a precipitare appena decollato? Sono stati sacrificati l’equipaggio e 15 mercenari per simulare una resa dei conti. Putin sapeva che Prigozhin, al corrente di tante sue malefatte e segreti di stato, si era certamente cautelato. Una volta deceduto sarebbe emerso il suo testamento spirituale con rivelazioni per il Cremlino molto compromettenti. Quindi non poteva ucciderlo. Hanno trovato un compromesso. Farlo sparire simulando l’incidente di un aereo su cui lui non c’era ma il suo nome figura sulla lista dei passeggeri. Poi ci dicono che hanno controllato il DNA. Ma chi può verificarlo? Bisogna apprezzare l’insolita sensibilità di Putin, che abitualmente non ha molto rispetto per la popolazione innocente, per avere programmato il crash in una zona desertica in modo da non coinvolgere nessun altro.

     Né l’Europa, né la società occidentale e meno ancora l’Italia sono intervenute seriamente per fare cessare il fuoco in Ucraina. Eppure abbiamo corso tutti un bel pericolo con la guerra a un passo da noi. E lo corriamo ancora. Ci siamo limitati a fornire armi agli aggrediti, ma la diplomazia si è voltata dall’altra parte. Oggi, senza il nostro contributo, si apre forse – seppure in molti siano contro ogni tipo di dialogo con l’aggressore – uno spiraglio di pace nell’impari guerra tra Russia e Ucraina. Zelensky ha finalmente capito che non si può vincere solo difendendosi. Si è pure reso conto che, considerando il rapporto di forze tra i due paesi, Putin, che aveva programmato di invadere il territorio ucraino in cinque giorni, ha già fatto una figuraccia, quindi è come se fosse stato sconfitto. Questo risultato nessun accordo potrà cancellarlo né farlo dimenticare. Qualsiasi diversa conclusione accamperanno i russi, lo smacco che il paese invaso ha inferto alla grande potenza militare rimane indelebile. Adesso, smorzata la voglia di vendetta, per chiudere il contenzioso, Zelensky sembra disposto a concedere a Putin la Crimea, che può essere una concreta base di trattativa. La giustizia sarà eventualmente stabilita dal tribunale dell’Aia e dalla società delle nazioni, non quella rappresentata dalla politica, ma dai cittadini, e poi dalla Storia. Nel frattempo, con la scusa che la democrazia deve funzionare anche in periodo di guerra, Zelensky indice elezioni politiche e presidenziali. Godendo in questo momento del 90% dei consensi, è sicuro di essere riconfermato alla guida dell’Ucraina per altri cinque anni. Mentre, finita la guerra, ci sarebbero altri concorrenti magari politicamente più qualificati e adeguati.

     Sempre più misterioso il suicidio di Luca Ruffino, presidente di Visibilia, l’azienda che aveva acquistato da Santanché per due milioni e mezzo di euro. Soprattutto i familiari, non solo la procura, dopo le analisi sul cadavere, che escludono un intervento estraneo, sono increduli per l’insolito e incomprensibile comportamento del congiunto. Certo, una grave e importante ragione deve esserci perché non è stato un gesto d’impulso, ma programmato con meticolosa cura e realizzato con precisione. Come se Ruffino avesse organizzato un omicidio perfetto su se stesso, senza movente apparente e senza neppure una traccia. Ma l’omicidio perfetto non esiste. Quindi, prima o poi si scoprirà perché si è ucciso o chi lo ha indotto, magari ricattandolo, a suicidarsi.
Con la collaborazione dei familiari, che giudicano assurdo il comportamento di Ruffino, continuano le indagini con l’esame del computer e del cellulare del suicida che ha lasciato tante disposizioni, ma nessuna spiegazione.

     Sarebbe meglio leggere libri istruttivi per imparare qualcosa di utile per la vita, invece del Grande Fratello o Ballando con le Stelle e analoghe banalità, guardiamo ogni tanto un TG o leggiamo un giornale per sapere che cosa succede nel mondo. Nella beata ignoranza in cui viviamo, siamo talmente sprovveduti che per risparmiare andiamo in vacanza in paesi in cui la vita costa di meno e molti tornano con intossicazioni alimentari che possono anche essere mortali.
Perché mendicare all’Europa maggiore tolleranza nella costruzione della legge finanziaria? Il governo dovrebbe suggerire ai risparmiatori – purtroppo il prelievo alle banche non agevola questo progetto – di investire nei nostri titoli di Stato per ridurre il debito pubblico, in modo da pagare gli interessi agli italiani anziché alle banche straniere che ci prestano i soldi. Il nostro, infatti, è un paese ricco – molto ricco e per questo viziato – con un risparmio doppio del debito pubblico. Quasi 6mila miliardi di euro, oltre a tutti i depositi all’estero e nei paradisi fiscali, contro oltre 2.800 miliardi di debito pubblico. Potremmo comprarlo tutto. Ma preferiamo fare la figura dei pezzenti con le agenzie di rating e di fronte al mondo intero.

     Quando l’economia è in crisi la povertà aumenta. Ecco perché era provvidenziale il reddito di cittadinanza soprattutto per i cinquantenni per i quali è difficile, se perdono il lavoro, trovarne un altro. Tanto più che non sono nemmeno capaci di rubare, perché brava gente. Però, per mantenere la famiglia dovranno provarci e finiranno in prigione, così moglie e figli si troveranno in mezzo a una strada. Questo delitto peserà sulla nostra coscienza.
Il ministro Lollobrigida, la cui loquacità nessuno riesce a controllare, neppure l’autorevole cognata, non perde occasione per dire la sua. È proprio una necessità fisiologica, e persone più autorevoli di lui, come il presidente del Senato, per solidarietà di cricca, gli danno ragione. Questa volta sostiene che spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi. Infatti, vanno alla Caritas a pranzo e a cena per la bravura degli chef e la prelibatezza del menù.
Purtroppo, concepito da esordienti presuntuosi e arroganti, che l’hanno realizzato malissimo, in passato il reddito di cittadinanza ha consentito truffe e abusi a mai finire. Come pure il Superbonus che poteva mettere in moto l’economia. Sarebbe stato geniale se fatto all’80%, mentre al 110% ha consentito l’aumento vertiginoso dei costi e del materiale, spesso di scarto – infatti, ci sono stati anche incendi con gravi conseguenze per gli inquilini – perché il committente non aveva interesse di controllare il costruttore.
Mi chiedo com’è possibile che nessuno – né il Premier Conte, nel il ministro dell’Economia Gualtieri e nemmeno il Presidente della Repubblica, che ha promulgato la legge – abbia rilevato il danno che il progetto avrebbe procurato allo Stato. Neppure un portaborse o un familiare né tutti i parlamentari del M5S si resero conto che stavano facendo una stupidaggine che avrebbe penalizzato per anni l’economia italiana. Non sarebbe il caso di migliorare queste leggi utili socialmente ma allora realizzate male anziché abolirle?
Però, viene più facile distruggere che costruire.

     Fino a qualche giorno fa credevamo di essere il paese leader dell’economia e che la crescita del nostro PIL fosse superiore persino a quello degli USA e della Cina. Improvvisamente, alla vigilia della manovra finanziaria, ci confessano che la coperta è corta e dobbiamo stringere la cinta. Certo, la colpa è dei predecessori. Ma è inutile lamentarsi. Se i precedenti governi non avessero deluso noi non saremmo oggi al potere.
Salvini non l’ha capito e talvolta sembra considerare anche Giorgetti un avversario, che, invece, cerca di farlo ragionare e ricordargli che la Lega è al governo per fare gli interessi del Paese, non del partito. Ma lui, esuberante e tenace, avendo ambizioni da premier, non lo capisce. Tajani, invece, moderato ed educato, più ubbidiente per timidezza, ha quasi timore di interferire nella gestione del potere della destra. Se contesta una decisione della Premier, perché qualcuno glielo suggerisce, sente il bisogno di tranquillizzarla precisando di non avere alcuna intenzione di creare problemi al governo.

     Il BRICS – acronimo di Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa – ha tenuto il primo e inutile convegno a Johannesburg. Il proposito è smantellate il potere e la supremazia del dollaro. Crescendo l’iniziativa anti USA, tanti altri paesi chiedono di poter aderire, credendo che sia il numero a determinare il successo. Non si rendono conto che non basta cospirare. Per sostituire il dollaro con un’altra moneta nelle transazioni internazionali sono necessarie diverse componenti che i paesi del BRICS non possiedono – esperienza, cultura, tutela dei diritti umani, libertà, democrazia e soprattutto credibilità – e senza le quali si può solo odiare e complottare. Ma la vera intenzione della Cina è di colonizzare l’Africa. Molti paesi stanno cascando nella trappola e accettano qualche aiuto economico che pagheranno caro. Europa e Stati Uniti lasciano fare.
Ricorreranno ai rimedi quando sarà troppo tardi.

     Torna a fare parlare di sé per il suo passato da banda armata il portavoce del governatore del Lazio. Pare che abbia celebrato nei giorni scorsi il criminale nazista Himmler e le sue SS. Lui dice che non è vero. Però si è dimesso dalla carica pubblica. Si era scoperta una sua canzone con testo antisemita. Il Corriere, un tempo giornale di grande prestigio, lo definisce “di nuovo nei guai”. Sarebbe più appropriato vedere nei guai il Paese, essendo stato De Angelis a capo della comunicazione di un governo regionale e idolo del partito di maggioranza relativa. La comunità ebraica, che ha fatto un accordo elettorale con Fratelli d’Italia, ha protestato. Come sempre gli ebrei sono dalla parte del potere, qualunque sia. Non è bastata neppure la Shoah per imparare con chi allearsi.

Sono ancora considerati minori perché gli mancano pochi giorni ai 18 anni. Ma sanno già come delinquere e rimanere impuniti. Ogni tanto qualcuno propone di anticipare a 16 anni la capacità di votare. Altre volte l’abbassamento dell’età riguarda la patente di guida. Nessuno, neppure il ministro Nordio nella sua riforma ha mai pensato, però, che prima dei 18 anni c’è chi delinque come criminali incalliti. Infatti, il problema della sicurezza nelle grandi città è creato soprattutto dalle baby gang. Quelli della mia generazione, per darci arie da grandi, fumavamo o ci facevamo crescere i baffi. Oggi per emulare gli adulti stuprano persino bambine di 10 e 11 anni. Com’è possibile esserci ridotti così? E la politica bipartisan si volta dall’altra parte.

     Sono sempre del parere di lasciare i problemi finanziari a Giorgetti, che se ne intende, e il resto del governo si dedichi ai problemi della società che sta andando sempre più a rotoli. Ormai alle aggressioni e agli stupri ci stiamo abituando e non ci fanno più impressione, neppure se a compierli sono minorenni. Ma a Latina è successo un episodio raccapricciante che dovrebbe essere un campanello d’allarme per il nostro crollo morale.
Se ne occupi, onorevole Premier! È un problema che sembra innocuo, invece è gravissimo, quasi quanto lo stupro. Lasci stare la manovra finanziaria, di cui, benché complicata, si finisce sempre per trovare la soluzione. Durante una festicciola, mentre ballava, una ragazza di 16 anni si è sentita male ed è svenuta. Anziché soccorrerla, i suoi amici, armati di micidiale fotocellula, le hanno sollevato la gonna per fotografarle le parti intime e postare lo foto su Facebook. Avrebbe mai immaginato, gentile Signora, che l’Italia si sarebbe ridotta così? L’educazione, la civiltà, la morale, anche la sensibilità cominciano dalla scuola. Intensifichiamone la funzione, diamo maggiore prestigio agli insegnanti. Bonifichiamo le zone infette. Tentiamo di rifare il paese di eroi, poeti, santi e navigatori che eravamo. Per ora purtroppo ci illudiamo di essere una nazione e i cittadini patrioti, ma siamo un paese corrotto senza morale né ideali. E se ne rendono conto anche all’estero.

     Molti nemici, molto onore, diceva la buon’anima. Ma adesso sono tanti, troppi, e la maggior parte ce li abbiamo in casa. I nemici dell’Italia siamo noi stessi. Una ragazzina sviene e nessuno l’assiste, né chiama un medico. Anzi, come già detto, si approfitta del suo malessere per fotografarle le mutandine. Non esiste la tipologia di reato – la mancanza di soccorso e la pedopornografia non sono adeguati alla gravità del comportamento. Il fatto non è previsto dal codice penale perché il legislatore non poteva immaginare che si arrivasse a una tale bassezza.
Andare a Caivano con tanti ministri è stata una buona iniziativa. Ma perché portarsi dietro la clack? Non era il caso di cercare applausi. Lei era lì per portare solidarietà a una popolazione ostaggio della malavita. Erano loro a meritare i suoi applausi. Infatti, impauriti, sono rimasti tutti a casa. Alcuni per il timore di protestare. Altri perché non credono più nello stato. Quel luogo è la punta dell’iceberg, ma l’Italia è questa. Droga, violenza, stupri, ricatti, privilegi, discriminazioni. Viaggiamo su un binario sbagliato. Non sono gli applausi che faranno di lei una statista, onorevole Premier. Ma la cultura che sarà capace di diffondere.
Perché tutto ciò che di nefasto accade è frutto di ignoranza e ingiustizia.
Meno male che a Caivano, onorevole Premier, lei, che per fortuna è più saggia di chi si contorna, non ha raccomandato alle ragazze di non ubriacarsi per evitare di incontrare, poi, il lupo, come consiglia il suo compagno su Rete4. Sarebbe più educativo e consapevole della responsabilità che lo investe se Giambruno raccomandasse agli uomini di non approfittare delle ragazze in un momento di debolezza. Per di più avete una bimba che crescerà in questa società deviata, che deve cercare di migliorare. La notizia sta facendo il giro del mondo perché il responsabile è il quasi marito della Premier italiana che, di conseguenza, non ci fa una bella figura.
Il problema degli stupri non deve essere a carico delle donne, ma dell’intera società, dato che ognuno di noi ha sorelle, figlie e nipoti. Il fatto è che nonostante la libertà sessuale di cui i giovani oggi godono, per eccitarsi sentono il bisogno della violenza di gruppo, che è contraria a qualsiasi normalità psicologica, fisica e sentimentale. Quindi, gentile Signora, confidiamo nella sua saggezza per indurre il suo compagno, dall’alto del suo ruolo di comunicatore, a essere più educatore che giudice. Mussolini ha incaricato la nipote Alessandra di ricordare che un vero fascista – ha letto il suo commento? – protegge la donna, che è sempre vittima.
Giambruno ogni volta che apre bocca dice qualcosa di sconveniente, che lui ritiene originale. Oggi ha detto che “Giorgia non si è mai permessa di suggerirmi cosa dire”. Un gentiluomo direbbe “non mi ha mai suggerito cosa dire”. Seppure discutere su ciò che è più opportuno fare o dire per una coppia è normale, tanto più se uno dei due è Presidente del Consiglio. Ma lui è il maschio.

     Continuano gli sbarchi a ritmo serrato e sono più che raddoppiati rispetto agli anni scorsi quando eravamo all’opposizione e biasimavamo l’incapacità della ministra dell’Interno Lamorgese che ora se la ride. Mentre il ministro Urso lamenta che l’Europa non può lasciarci soli nel problema delle migrazioni. Dimentica che Ursula von der Leyen ha sprecato 105 milioni di euro che abbiamo fatto dare al dittatore tunisino credendo che potesse proteggere le nostre coste. Siccome i porti sono un colabrodo, pur dipendendo dal ministero gestito da Salvini, lui attribuisce la responsabilità alla Premier, che in effetti se ne sta occupando arduamente ma senza successo.
Questa valorosa donna che ha la fortuna di guidare un governo senza opposizione, deve rattoppare quasi quotidianamente le inutili rappresaglie di alleati e familiari. Anche se il governo non è in pericolo, non c’è accordo tra i tre partiti che lo sostengono. Tajani contesta la solidarietà della Meloni con Orban e la Le Pen, il prelievo sugli extra profitti alle banche e l’atteggiamento della Lega nei confronti degli alleati. Salvini, nel tentativo di recuperare i tanti voti perduti, è contro qualsiasi decisione della Premier e spera che prenda qualche cantonata per deludere gli elettori. Disaccordi e malumori nascono continuamente su tutto il programma di governo, dall’autonomia regionale differenziata, alle pensioni, alla riforma della giustizia, ai provvedimenti finanziari e persino nei confronti dell’Unione Europea, della guerra e degli aiuti all’Ucraina. Secondo il forzista sindaco di Trieste, invece, complice dei migranti è l’Unione Europea, che ne favorisce l’afflusso e se ne serve contro la Meloni e per mettere in crisi il governo. Sarebbe opportuno farlo visitare, assieme a tanti altri, da bravi medici.

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