
TRUMP, TRA MOLTE OMBRE E QUALCHE LUCE
di Giuseppe Gullo
Mille atteggiamenti ed altrettante dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti creano sconcerto e preoccupazione in coloro che ascoltano o leggono. Non mi riferisco soltanto al linguaggio pesante nei confronti di avversari e alleati o alle “imboscate” preparate ai danni di capi di Governo di Stati alleati e loro malgrado in guerra, quanto a formali dichiarazioni fatte in sedi istituzionali e rivolte all’opinione pubblica mondiale.
Recentemente il Presidente Trump intervenendo davanti all’assemblea generale delle Nazioni Unite, prima e dopo numerosi altri capi di Stato e di Governo, ha dichiarato che l’emergenza climatica che del pianeta è inesistente e frutto della fantasia o, peggio ancora, della malafede di chi la sostiene e richiede radicali e costosi cambiamenti delle emissioni e dei cicli produttivi. Una tale affermazione fatta dal Presidente della più grande potenza economica e militare del mondo non crea solo sconcerto, fa venire i brividi.
Il green deal europeo prevede in tutta l’Unione l’eliminazione dell’emissione dei gas serra entro il 2050 e la loro riduzione del 55% entro il 2030. L’impegno economico per la realizzazione di questo progetto vincolante per tutti i paesi membri è enorme. Per finanziare il Green Deal, la Commissione europea ha presentato a Gennaio 2020 il Piano di investimenti per un’Europa sostenibile che mira ad attrarre almeno 1000 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati durante i prossimi dieci anni. “Intende ridurre le emissioni di almeno il 50% entro il 2030, per poi passare al 55%, e rendere giuridicamente vincolante con un’apposita normativa europea l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. Promuove una transizione pulita che protegge le persone e il pianeta, è solida sul piano economico ed equa sul piano sociale”. “Il Green Deal investe nell’innovazione, nelle tecnologie pulite e nelle infrastrutture verdi, garantendo una transizione giusta per le comunità più colpite. Grazie al Green Deal europeo, gli europei godono di un’aria più pulita e di prodotti e abitazioni più efficienti sotto il profilo energetico. Possono inoltre attingere a un maggior numero di fonti energetiche rinnovabili per rispondere ai loro fabbisogni quotidiani” (da una Relazione Parlamento europeo).
Questi i fatti. Siamo in presenza di una situazione surreale nella quale, se si presta fede a quanto afferma perentoriamente il Presidente americano, si deve concludere che l’Ue spenderà nei prossimi anni mille miliardi per finanziare la soluzione di un falso problema sottraendo ingenti risorse ad altro, come salute, istruzione, ricerca. Se, invece, l’emergenza climatica esiste ed è un reale pericolo per il pianeta e per chi lo abita, il Presidente degli USA sta screditando davanti al mondo i capi di Stato e di Governo di Germania, Francia, Italia l’Unione Europea e altri numerosi Paesi.
Nella stessa occasione il Presidente Trump ha dichiarato che l’istituzione che lo ospitava e davanti alla quale stava intervenendo, l’ONU, era del tutto inutile e doveva essere chiusa. Non vi è dubbio che l’Onu ha rappresentato una grande delusione per tutti coloro che hanno creduto, dopo la fine della seconda guerra mondiale, che vi potesse essere una sede nella quale risolvere per via diplomatica i conflitti tra Stati. L’ONU ha fallito e sicuramente gli USA, per l’importanza e il peso che hanno negli equilibri mondiali, hanno una responsabilità evidente sebbene non esclusiva sia durante il lungo periodo della cd guerra fredda, sia in quello successivo alla caduta del muro di Berlino e alla disgregazione dell’Urss.
L’ONU costa agli USA 13 miliardi di dollari l’anno e all’Italia 700 milioni. Se il risultato è quello che abbiamo visto è giusto chiedersi se non sarebbe più produttivo destinare quelle somme e le altre versate dai Paesi membri per finanziare una grande campagna per debellare la fame nel mondo o almeno ridurla. L’ONU in alcune circostanze ha svolto una funzione utile e meritoria, quasi sempre a crisi risolta, per garantire un equilibrio spesso precario trovato altrove. È un costo necessario per alimentare una speranza? Forse si, ma se il maggiore “azionista” afferma che non serve a niente è ancora legittimo sperare?
Queste osservazioni non sminuiscono affatto l’importanza di alcuni risultati conseguiti dal Presidente Trump. In primo luogo l’avvio di un processo di pace nella guerra Israelo-Palestinese, ponendo fine a migliaia di morti in entrambi gli schieramenti, e ha fatto rinascere la speranza dell’attuazione di una futura pacifica convivenza tra i due popoli. Le immagini delle lunghissime file di profughi che ritornano nella loro terra distrutta per ricominciare, evocano il racconto biblico e alimentano una piccola speranza. Questo merito va riconosciuto, come quello di avere riaperto un canale diretto di comunicazione con la Russia che prima o dopo potrebbe dare frutti. Il dialogo è sempre la strada migliore anche quando sembra improduttivo. I padri greci lo hanno insegnato all’Occidente 2500 anni fa e nessuno ha trovato fino a oggi un metodo migliore.
Fonte Foto: Flickr.com – Trump White House Archived – Licenza

