DALL’IBRIDO IN NATURA AGLI “IBRIDI” DI OGGI

DALL’IBRIDO IN NATURA AGLI “IBRIDI” DI OGGI

di Guido Di Massimo

     “Ibrido” significa incrocio tra specie e razze diverse; ma non tanto diverse da impedirne l’incrocio. Riguarda sia il mondo animale che quello vegetale. Tra gli animali uno di quelli a noi storicamente più vicini è il mulo, o la mula che, inseparabile e instancabile compagno degli alpini nella prima guerra mondiale, ha giustamente meritato un bel monumento in bronzo a Roma, in villa Borghese. Gli incroci nel campo della botanica poi sono innumerevoli e ne vediamo i risultati nei nostri mercati dove di frutta strana e mai vista prima ne compare con frequenza.
     Ultimamente però la parola “ibrido” si è allontanata dal suo mondo animale e botanico guadagnandosi una grande fortuna nel campo delle automobili per indicare quelle dove la trazione con motore termico si “incrocia”- più esattamente è presente insieme – con la trazione con motore elettrico. E si sta guadagnando ancora più fortuna nel poco simpatico campo della “guerra”.
     La guerra ibrida è figlia della nostra “civiltà digitale” che è il nostro attuale massimo lustro e il nostro attuale massimo pericolo. Forse mai come ora ci siamo allontanati dalla “naturalezza” delle cose, e mai come ora l’uomo si è intrappolato nella comodità di un mondo dove tutto è regolato e condizionato da computer e sistemi digitali. È il nostro massimo lustro perché mai come in questo periodo, grazie ai “digit” ci siamo liberati di molte piccole e grandi incombenze e mai abbiamo raggiunto un’organizzazione così efficiente come quella attuale dove tutto è regolato da sistemi informatici, dalle banche alle ferrovie, alle linee aeree e dove tutto ciò che è complessità ha trovato soluzione nell’informatica. Ma è anche il nostro massimo pericolo perché più un sistema è sofisticato, più è lontano dalla sua “naturalezza”, più crea danni se qualcosa va per traverso. Ricorda un po’ quel vecchio detto quasi scioglilingua che diceva che “chi troppo in alto sale cade sovente precipitevolissimevolmente”.
     Ora cos’è la guerra ibrida se non innanzitutto far cadere l’avversario “precipitevolissimevolmente” dall’empireo della massima digitalizzazione all’abbrutimento di una sua vita intrappolata nel non poter far più nulla perché qualcuno ha mandato per traverso un “bit” o un “bite” o un intero “digit” nei nostri elaboratissimi sistemi?
     Cosa accadrebbe se non arrivasse più energia elettrica, né gas; se si bloccassero i trasporti locali, ferroviari e aerei, non funzionassero più i bancomat né i “pos” e non funzionassero più telefoni, radio e televisione? Il tutto perché qualcuno è riuscito a metterci per traverso un bit?
     Accadrebbe che quel qualcuno ci avrebbe paralizzato e messo in ginocchio. Che avremmo perso la guerra ibrida.

Fonte Foto: Pxhere.comkalhhLicenza

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