UNA CAMPAGNA ELETTORALE ANOMALA, TRA GLI SLOGAN DEI LEADER E L’INDIFFERENZA DEI PIÙ

UNA CAMPAGNA ELETTORALE ANOMALA, TRA GLI SLOGAN DEI LEADER E L’INDIFFERENZA DEI PIÙ

di Giuseppe Gullo

Siamo ormai alla fine di questa campagna elettorale per tanti aspetti anomala.

In primo luogo, per il periodo in cui si è svolta. In questa circostanza invece dell’invito di andare al mare,rivolto agli elettori in varie casi e con diversi esiti, essi già stavano al mare e non avevano alcuna voglia di essere “molestati” da argomenti e protagonisti sicuramente non in linea con il clima di vacanza così a lungo legittimamente atteso. Ciò ha fatto in modo che tutta la prima parte del cammino verso il voto fosse giocata in dichiarazioni, repliche, messaggi in codice o, al massimo, in tentativi continui di mettere in cattiva luce il concorrente, specie quello della stessa coalizione o addirittura vicino di poltrona in Consiglio dei Ministri.

In secondo luogo, abbiamo assistito ai tentativi di quasi tutti di giustificare le ragioni della caduta del Governo Draghi e del conseguente ricorso alle elezioni. Tranne FdI che, essendo all’opposizione, chiedeva da tempo il voto, tutti dichiaravano di non volerlo mentre agivano per ottenere il risultato opposto. In particolare il movimento 5S e il suo leader hanno fatto di tutto per fare la crisi pur consapevoli che, nella migliore delle ipotesi per loro, non avrebbero ottenuto più della metà del 32,7 % avuto cinque anni fa.

In realtà l’ex Presidente del Consiglio era mosso da due motivazioni: la prima, il desiderio di rivincita e di vendetta nei confronti del Governo che aveva sostituito il suo, la seconda,di eleggere gruppi parlamentari di sua totale fiducia in sostituzione dei precedenti sui quali non poteva contare e che regolarmente disattendevano le sue indicazioni. Politica zero, programma zero, solo slogan dalla parte di….. chi non è chiaro per niente. L’ultima polemica, quella sul reddito di cittadinanza, è l’emblema di tutto questo. La misura spacciata come liberazione dalla povertà, si è rivelata inadeguata in tutti i sensi. Ha consentito un’enorme quantità di truffe da parte di chi l’ha percepito senza averne titolo, ha creato una figura anomala, quella del non lavoratore stipendiato dallo Stato, il quale non cerca o rifiuta il lavoro che gli si offre e che, naturalmente, richiede fatica e impegno, e invece preferisce non fare nulla anziché percepire poco meno della retribuzione che gli sarebbe stata data.

Conosco amici imprenditori che non sono riusciti a trovare personale di servizio addetto alle pulizie e/o alle cucine volendo assumere secondo le  regole, mentre coloro che rispondevano alle chiamate volevano lavorare in nero per non perdere i benefici del RdC. Fatti reali e documentati dei quali siamo tutti a conoscenza che non possono essere liquidati come un tentativo di smantellare lo stato sociale. Chi assume queste posizioni fa il danno del Paese e degli stessi lavoratori in quanto giustifica una spesa enorme e improduttiva e non consente l’ingresso nel mondo del lavoro di persone che ne avrebbero titolo e opportunità. Il pericolo di una guerra civile collegato ad un’erogazione più’ oculata e controllata del RdC è una colossale mistificazione.

La tenuta del sistema economico, nonostante tutto vitale e in condizione di segnare una crescita del PIL superiore a Germania e Francia, dipende dalla capacità di controllare l’inflazione che, ai livelli attuali, rappresenta un’erosione insostenibile del potere di acquisto il cui prezzo viene pagato in primo luogo dai percettori di redditi medio-bassi.

La principale causa dell’aumento dei prezzi è il costo dell’energia conseguente alla guerra in Ucraina. Il nostro Paese, secondo in Europa nel manifatturiero, paga la miopia politica di coloro che non hanno voluto sviluppare il programma di ricerca ed estrazione nel nostro territorio del gas che ci avrebbe consentito di essere autonomi dalle forniture estere, in primo luogo dalla Russia, ma anche dai paesi nord africani sempre instabili e a forte rischio di sommovimenti politici incontrollabili.

I 5S, insieme a sinistra italiana e verdi, sono i responsabili di tutto ciò, il cui costo è pari a decine di volte in più rispetto alle somme erogate per il RdC, e questa situazione sta mettendo in ginocchio le nostre imprese, gli artigiani e le famiglie, e su questo occorre intervenire subito senza infingimenti e falsi tabù. I Governi a guida 5S sono stati, anche su questo versante, latitanti e inconcludenti. Ne è esempio eclatante il caso dell’inceneritore di Roma, il cui finanziamento e’ stato ritenuto un atto ostile ai pentastellati. Vi è a Roma, come in molte altre metropoli, il problema drammatico dei rifiuti con la città sommersa dalla spazzatura. Le amministrazioni locali spendono centinaia di milioni per smaltirli senza riuscirvi, esportano migliaia di tonnellate di spazzatura all’estero pagando cifre da capogiro. Chi li riceve produce dai rifiuti energia che rivende guadagnandoci due volte. Nel Belpaese, invece, si discute ancora su cosa fare e dove farlo, mentre tutto rischia di andare a rotoli.

Confesso che ho grande difficoltà a capire, sicuramente per limiti miei. In un quadro del genere, di cui ho cercato di indicare limiti, omissioni ed anche meriti (pochi); il mio convincimento è che la novità politicamente significativa è contenuta nel programma riformatore e innovativo del polo progressista di Calenda e Renzi al quale, per il poco che vale, va il mio convinto sostegno.

Le regole della Democrazia sono implacabili. La quantità dei voti conseguiti segna il successo o la sconfitta di una proposta politica. Il resto conta poco se non come argomento di approfondimento e di valutazione, per quanto ciascuno è in condizione di fare.

Ha ragione Cateno De Luca, candidato Presidente della Regione Sicilia, che è accreditato del 30%? Ha ragione Giuseppe Conte che, senza sapere come, si è trovato a fare il Presidente del Consiglio dei Ministri? Hanno ragione coloro che lanciano slogan  senza significato sulla falsariga del celeberrimo “vota Antonio” di Totò? Io credo di no e voglio illudermi che al contrario di chi ritiene che Governare sia sforzo muscolare, offesa dell’avversario, linguaggio triviale, ricerca della notorietà e stravaganza,valga ancora il significato alto della Politica come attività che tende al raggiungimento di obiettivi nell’interesse collettivo e per il miglioramento e l’ampliamento dei diritti di ciascuno.

Commenta questo articolo

Wordpress (0)
Disqus ( )