Ci vuole una pacificazione nazionale

Ci vuole una pacificazione nazionale

di Roberto Tumbarello

Mi ha talmente affascinato l’intervento programmatico di Giorgia Meloni che mi preoccupo quando la vedo derogare dal binario che aveva tanto saggiamente tracciato. Temo che, per accontentare i nostalgici, che sono quattro gatti, deluda i milioni di cittadini che hanno riposto in lei la fiducia che non sta ricambiando. Per controllare che una sua decisione sia giusta non dovrebbe fidarsi dell’approvazione del Quirinale. Pur essendo un comunista di stretta osservanza, Giorgio Napolitano promulgava tutte le leggi ad personam che la Alberti Casellati scriveva a beneficio di Berlusconi e che, poi, venivano bocciate dalla Consulta. Mattarella, che voleva tornarsene a casa a tutti i costi qualche mese fa, ha cambiato parere. Una volta rieletto non se ne vuole più andare. Il Quirinale gli piace. E non c’è di che stupirsene essendo la più bella residenza del mondo. Fu edificato da Paolo V durante il suo pontificato dal 1605 al 1621. C’è tempo per pensare a una pacificazione nazionale.

Organizzare un rave party, però, non è un crimine da punire con sei anni di reclusione
È un fastidio, tutt’al più una contravvenzione. Solo i Fratelli d’Italia giustificano il provvedimento. Gli elettori lo trovano esagerato, un pretesto per impedire gli incontri affollati. Infatti, il termine rave party non è neppure citato nel decreto. Quindi è un divieto di riunione. Gli stessi alleati non lo condividono. Forse neppure il Ministro dell’Interno ci credeva nello scriverlo. Glielo hanno suggerito e lui, solerte, ha eseguito. È il primo decreto-legge del premierato femminile e, per evidenziare il cambiamento, doveva essere strabiliante, la soluzione di un problema vitale per il Paese che né la sinistra, né Berlusconi e neppure quel genio di Draghi avevano mai pensato di affrontare, non un divieto di polizia. Si doveva capire che finalmente sono arrivati quelli bravi. Il decreto doveva risolvere un problema condiviso e applaudito da tutti. Si doveva debuttare con una soluzione che strappasse l’applauso persino a Conte e a Letta. Ora, invece, quel decreto si dovrà riscrivere. Che figura con chi ha votato Fratelli d’Italia pur non essendo fascista. 

Una pacificazione nazionale non si ottiene impedendo il diritto di riunirsi
Se lei, onorevole Presidente, ritiene che i governi Conte e Draghi abbiano limitato la libertà dei no-vax, non crede più limitativo impedire il diritto di riunirsi pacificamente? Per l’occupazione di suolo pubblico e di locali privati con qualche danno ci sono già le leggi apposite. Perché dare l’impressione che lei voglia controllare chi si riunisce? Persino le festicciole per la prima Comunione, l’addio al celibato e i ricevimenti dei matrimoni comprendono più di 50 persone. Pure per sposarsi si deve informare l’autorità di pubblica sicurezza oltre che il parroco? Non accadeva nemmeno durante il ventennio perché Mussolini era, sì, un dittatore, ma si guardava bene dal cadere nel ridicolo. Infatti, fioccano anche le critiche degli alleati.

Gli elettori, che non sono nostalgici, sono delusi
L’hanno votata perché ispirava simpatia. Le donne in generale sono più sagge perché pensano anche da mamme. Speriamo che non faccia dubitare gli elettori di essersi sbagliati. Sei anni di reclusione li meritano i genitori che aggrediscono gli insegnanti del figlio se gli mettono un brutto voto. Mentre in Italia non è reato. Questa è una circostanza molto più grave perché incide sulla cultura e sull’educazione, oltre che sulla civiltà del popolo. Li merita anche chi imbratta capolavori nei musei e viene solo rimproverato. C’è una escalation di mancanza di rispetto per chi forma i nostri figli. Anche per le baby gang sarebbe opportuno un decreto. Scorrazzano per le città seminando il terrore senza essere puniti, perché a 17 anni sono considerati ancora minori, anziché delinquenti.

Per una pacificazione, perché non toccare gli stipendi dei calciatori?
Sarebbe pure saggio intervenire sugli stipendi milionari dei calciatori, anche se è un problema mondiale, ma anche italiano. Il loro guadagno è al di fuori di ogni logica in rapporto al tenore di vita e in proporzione alle retribuzioni medie dei cittadini. Seppure il commercio consenta la libera contrattazione, stipendi di tale livello sono immorali, contro l’equilibrio democratico e la sicurezza dello stato. Calciatori come Ronaldo, Messi e altri hanno accumulato in vent’anni di carriera oltre un miliardo di dollari. Tanti altri sono milionari. Mentre il 97% dei cittadini non guadagnano un milione durante l’intero arco della vita. Intanto, gli ingaggi aumentano di costo e presto ci saranno altri miliardari assieme a tanti ricchissimi.

Una domanda spontanea
Dato che dove circola tanto denaro tutti possono arraffare, nessuno ha interesse di interrompere le retribuzioni scandalose. Per di più questi soldi vengono tassati poco dallo Stato ma molto dalle mafie che – da quel che si dice, ed è verosimile – pretendono un cospicuo contributo da parte dei calciatori, in cambio della sicurezza dei loro familiari. Del resto, se piccole attività commerciali che stentano a sopravvivere pagano il pizzo, figuriamoci dove c’è una tale esagerata opulenza. Nessun giornale avanza questo sospetto, per non intralciare il vorticoso giro di denaro. Ma i servizi di intelligence ne sono certamente informati. 

Per la pacificazione non si devono condannare i rave ma gli abusi anche da parte dello Stato
Questo è un gravissimo problema. Ma ce ne sono altri. Lei ha scelto proprio quello che riguarda i rave party perché chi vi partecipa si droga e lascia qualche danno sul territorio. In Italia sono in molti a drogarsi. Tanto che certi omicidi stradali dipendono proprio da questo problema sociale. Lo spaccio è fiorente e nessun governo è mai intervenuto. Per fingere di combattere il traffico, ogni tanto si arresta un poveraccio che ne trasporta qualche etto, mai i responsabili, che sono considerati cittadini rispettabili perché ricchi. Ecco un altro utile decreto che, però, non si fa. In molti speravamo che, anziché la Flat Tax, lei rivalutasse le pensioni esageratamente tassate. Dato che nessuno gliela segnala, la Corte Costituzionale non rileva l’appropriazione indebita da parte dello Stato che tassa denaro che non è una retribuzione, ma la restituzione di versamenti fatti dai pensionati durante la vita lavorativa. Quindi, gran parte delle trattenute sono abusive e ingiuste. Cominci a pacificarsi con queste categorie, che, non avendo potere contrattuale, sono in balia di abusi anche da parte dello Stato.

Intanto, cominciano a volare gli stracci dalle parti della maggioranza
La vedova Moratti reclama la presidenza della Lombardia togliendo la poltrona a Fontana. In suo soccorso si sono subito prestati il Gatto e la Volpe. Infatti, Calenda e Renzi ne sosterranno la candidatura nel loro partito. Probabilmente Forza Italia si dividerà in due. Il gruppo di Tajani dissente, invece quello della Ronzulli l’appoggerà. Berlusconi non può pronunciarsi se no crolla il governo. Per di più la Moratti, che è figlia di un partigiano, non critica solo la gestione della regione, ma anche la politica nazionale. La sua è una sfida alla destra. E credo che, essendo vicino il pensionamento del padrone, punti alla leadership di Forza Italia, che ha assecondato negli ultimi due/tre anni le decisioni del comitato scientifico e la gestione della vaccinazione.

Non sarà una pacificazione facile
La destra è una coalizione di tre partiti che Giorgia Meloni dovrebbe rispettare. Temo che i suoi alleati non lasceranno passare molte delle sue decisioni autonome per ricordarle il debito che deve a Berlusconi per non avere voluto nel governo la Ronzulli, che ne avrebbe ridotto l’autorevolezza. Pur non avendo la senatrice forzista conflitti di interesse, né condanne penali e neppure è indagata per frode o bancarotta.

I debiti si pagano
Non credo che dalle parti di Forza Italia abbiano dimenticato la convocazione del fondatore del centro-destra nella sede dei FdI in Via della Scrofa, anziché andare lei a stringergli la mano a casa sua. Ha, in un certo senso, un debito anche con Salvini, al quale ha rubato impunemente milioni di voti, e per di più il travaso continua. Ho fiducia nella saggezza della sua mamma che certamente diffida di tanto successo di cui lei è giustamente orgogliosa. Si consulti con lei prima di prendere decisioni. Forse non sa molto di politica, ma ha più esperienza e conosce l’opinione del popolo di cui fa ancora parte. Mentre lei ormai appartiene all’establishment ed essendone a capo è attorniata da leccapiedi che mendicano prebende e la consigliano male. In questo paese corrotto, la mamma è l’unica persona che non la tradirà mai, le dirà sinceramente ciò che pensa e come è giusto comportarsi. Invece, i suoi accoliti sono interessati e faziosi. Non potrebbero non esserlo e forse è anche giusto che lo siano perché sono sempre stati trattati con distacco dalla politica. Ed è per riequilibrare certi diritti che la ruota della vita ha indotto gli italiani a eleggerla premier.

Un esempio
Quando 50 anni fa il Quirinale regalò ai romani una porzione di litorale a Castelgandolfo, quella parte della tenuta presidenziale fu battezzata spiaggia libera. Concittadini di Pasquino – la statua che esprimeva il malcontento del popolo durante gli ultimi due secoli di potere temporale dei pontefici; durò più di un millennio, dal 752 al 1870, lo Stato Pontificio – dal quale qualcuno ha ereditato l’arguzia, i bagnanti aggiunsero a “spiaggia libera” la dicitura frequente: “democratica e antifascista”, per significare che non se ne poteva più dell’antifascismo. Ecco perché i suoi consiglieri hanno dei rancori che possono distrarla dalle responsabilità e quindi dalla tranquillità e longevità del suo mandato.

Lei ha conquistato anche me con l’appello alla pacificazione nazionale
Un gesto di umiltà e saggezza che è dei grandi e che, se non i nostalgici, la maggior parte dei suoi elettori hanno apprezzato. Non accadeva dal 1946. La propose Togliatti, allora ministro della Giustizia, per estinguere – seppure fosse comunista – le pene previste per i fascisti, che erano tanti e, tenendoli all’indice, sarebbe stato problematico ricostruire la democrazia sulle macerie da cui l’Italia era ancora sommersa. Eravamo ancora dilaniati dalla guerra civile scoppiata dopo l’armistizio di Cassibile nel settembre del 1943 e la nascita della Repubblica Sociale. Oggi non siamo più in guerra e avremmo dovuto dimenticare i vecchi rancori. Invece, l’odio tra le parti è in crescita.

Prima cosa: pacificazione negli animi. Anche sui social
Tutti si dicono orgogliosi di essere italiani, ma basta seguire ogni tanto Facebook per capire che siamo ancora gli uni contro gli altri, due paesi diversi e di principi opposti. L’unico dato in comune è la disonestà. FB, che molti disprezzano perché pieno di volgarità, maldicenza e cattiveria, abbonda anche di spunti utili per interpretare l’umore del popolo e capire i possibili sviluppi sociali e politici. Ci dia un’occhiata. Mi ha impressionato qualche giorno fa il dialogo tra due persone perbene che conosco e stimo. Si facevano coraggio l’un l’altro nel dovere purtroppo frequentare per motivi di lavoro e socialità anche “gente di sinistra che sono diversi da noi”. Non sono ceffi da tifoseria di stadio, ma due professionisti, uno dei quali addirittura aristocratico. In questo clima da secessione si possono vincere le elezioni, ma non governare con successo.

Quindi, la proposta di pacificazione è stata opportuna
Però lei non può esserne la sola beneficiaria, deve dare l’esempio. Ecco perché fu esagerata la promessa – o la minaccia – di rivoltare il Paese come un calzino. L’Italia va bene così com’è. Basta migliorarla un po’, indurre i cittadini a diventare amici, indipendentemente dalle opinioni politiche, dalla religione, dalle tendenze sessuali e dal colore della pelle. E poi, se lei non è fascista, come dice – ma come può una donna essere conservatrice! – perché chiama il paese nazione, che è una terminologia antica, usata da Mussolini? Oggi, non essendoci più le frontiere, anche lui chiamerebbe l’Italia Paese. Non è neppure pacificatrice ma divisiva e anche desueta la terminologia con cui lei distingue i patrioti dagli altri. Chi sono costoro, un altro popolo, italiani migliori? In questo modo annulla la proposta di amicizia che tutti hanno apprezzato, ma che, senza esempi e iniziative da parte sua, non può funzionare.

Nel caos, chi ci rimette è lei che deve governare e rimanere a Palazzo Chigi il più a lungo possibile
Capisco e giustifico i nostalgici o i figli di chi ha goduto di prebende e benefici durante il ventennio. Ma lei, come me e molti di coloro che l’hanno votata, non ha ereditato niente. Provi a essere un po’ più moderna. Non dovrebbe esserle difficile essendo cresciuta nell’Italia libera, per di più in una borgata che rappresenta il popolo verace. Si ricordi che gli italiani l’hanno scelta perché lei abiurò, che non significa avere rinnegato, ma, a differenza dei nostalgici, essersi evoluta. Né il MSI, né chi ancora vi aderisce idealmente, obnubilato dalla fede, ricorda perché era nato il fascismo. Sono convinto che oggi neppure Mussolini sarebbe fascista a quel modo, perché le condizioni del Paese non lo richiedono. Lo sarebbe in un’altra forma. Per di più nel 1922 aveva accanto a sé pensatori, intellettuali, poeti come Gabriele D’Annunzio e persino filosofi come Benedetto Croce. Anche loro sostenevano l’avvento di un uomo che sostituisse una democrazia claudicante e incapace di governare. Oggi vede qualche poeta o filosofo accanto a sé?

Quel fascismo era un’esigenza del tempo
Nelle case la sera si accendevano lumi a petrolio perché non c’era luce elettrica né acqua corrente. La crisi politica ed economica aveva paralizzato il Paese. Le camicie erano nere perché non si vedesse lo sporco, non essendoci la possibilità di lavarle spesso. Un secolo dopo, abbiamo il ben di Dio. Il problema sono le bollette e il rincaro dei prezzi, ma c’è di tutto. Allora non c’era di che mangiare, né farmaci per curarsi. La mortalità infantile era altissima. Neppure chi aveva un lavoro arrivava alla fine del mese. Oggi l’Italia è un paese ricco e particolarmente libero. Non c’è bisogno del fascismo, comunque non di quello che ricordiamo. Allora, in una situazione di emergenza, la democrazia era inopportuna. “Quando ci sono troppi galli a cantare non si fa mai giorno”. Proprio perché senza contestazione né opposizione, Mussolini poté rimettere le cose a posto e creare le premesse per un’Italia moderna. Seppure dittatore, senza l’alleanza con Hitler – quindi senza leggi razziali né la guerra – forse oggi avrebbe una statua in ogni città, come Garibaldi. Se Mussolini fosse sopravvissuto sarebbe certamente cresciuto, come poi stava crescendo Giorgio Almirante, che voleva adattare la destra sociale al diverso periodo storico. “Pur avendo scritto fascista sulla fronte”, era troppo intelligente per riproporre quel fascismo. Purtroppo non ne ebbe il tempo, visse poco.

Pacificazione? Si può ma senza nostalgia
Sono convinto che non ci sia nulla di male a essere post-fascista. Il male è la nostalgia, che significa relegare il fascismo nel passato e impedirgli di evolversi. Lo ricordi, Presidente, ai suoi amici nostalgici. È un delitto non consentire alla politica di rinnovarsi e adeguarsi ai tempi, per costringerla a rimanere immobile nella storia. Li aiuti a dimenticare il passato, dove si sono rifugiati, e a progredire. Solo crescendo si può essere leader del futuro. Il passato è sepolto per sempre nel cimitero di Predappio.

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