
DAL FEDERAZIONISMO ALLA FEDERAZIONITE*
di Enzo Palumbo
Avendo scritto, tanti anni fa, un articolo sui tanti “ismi” in voga nella seconda Repubblica, iniziati col bipolarismo e il leaderismo, ne ho poi seguito con crescente fastidio le successive involuzioni sino al sovranismo, al grillismo e al populismo degli ultimi anni.
Confesso che mi mancava il “federazionismo”, l’ennesimo “ismo” che il mio amico Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione Einaudi di Roma, nel suo bell’articolo di qualche giorno fa sul Riformista, ha convertito in “federazionite”, per indicare la patologia che da qualche anno sembra avere colpito i tanti soggetti politici liberali che, sempre sostenendo la necessità di unirsi per contare qualcosa, si sono ogni volta fermati a un passo dal fondersi in un unico soggetto politico, preservando invece simboli e strutture per il caso che poi quella fusione non andasse a buon fine, in implicito ossequio alla prima legge di Murphy secondo cui “se una cosa può andare storto, lo farà”.
Quando invece tutti dovrebbero capire che, dopo più di trent’anni in cui ci si è impegnati nella scissione dell’atomo liberale, è proprio questo il momento di lanciare il cuore oltre gli ostacoli personali e organizzativi, e di impegnarsi invece per realizzare quel che manca alla politica italiana da oltre trent’anni, cioè da quando i pavidi parlamentari del 1993, temendo l’irrompere della Lega sullo scenario della politica e approfittando di un responso referendario che cambiava solo una minima parte della legge elettorale per il Senato, pensarono di esorcizzare la marea montante della tangentopoli milanese inventandosi un sistema politico falsamente maggioritario che ha finito per aprire la strada ai tanti “ismi” della c. d. seconda repubblica, sino al bipopulismo dei nostri giorni, e finendo per portare alternativamente al governo proprio quegli estremismi di destra e di sinistra che la prima repubblica aveva saggiamente costituzionalizzato ma anche prudentemente marginalizzato.
E registro con piacere che anche Ettore Rosato, autorevole esponente di Azione, intervistato qualche giorno fa da Aldo Torchiaro per il Riformista, si è detto convito che con le federazioni “abbiamo già dato” e che è invece il momento di creare un soggetto politico rappresentativo del liberalismo italiano, senza altri aggettivi che ne sminuiscano le potenzialità.
Insomma, se non ora, quando?
*Articolo e Foto tratti da “Il Riformista” del 24.10.2025

