L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

di Guido Di Massimo

Se è artificiale non è intelligenza ma artificio. Ma è un artificio particolarmente elaborato, utile o dannoso a seconda dell’uso che se ne farà e se ne saremo padroni o succubi. Calcolatori potenti ingurgitano immani quantità di testi, video, dati, foto e informazioni, dove poi software con programmi particolarmente elaborati, e che hanno superato l’impostazione solo deterministica per approdare a quella probabilistica, mischiano, pescano, ruspano, scelgono, aggregano, copiano, aggiustano, stilizzano, modellano, riconoscono, “inventano”, e dietro richiesta fanno quello che farebbe un ottimo segretario o aiutante. Nei loro elaborati conserveranno gli stili, le impostazioni, i pregiudizi e i limiti insiti in ciò che avranno “letto e ingoiato”; e forse è proprio in questo che avranno caratteristiche umane.
L’intelligenza artificiale è l’ultima trovata per potenziare le nostre capacità di indagine, ricerca e lavoro ma anche per renderci più imbecilli, disabituandoci ad usare il cervello e spingendoci ad atrofizzarlo. Aumenterà la confusione tra realtà e finzione, e quindi tra vero e falso, acuendo le nostre capacità critiche e il nostro scetticismo nel credere, ma aumenterà anche la facilità con cui si tende a credere il verosimile e l’inverosimile, da sempre molto alta.
C’è chi la teme e chi ne auspica uso e diffusione, come sempre di fronte alle novità scientifiche e tecnologiche. Ma questa novità tecnologica ha pericoli nuovi: quello dell’accentramento e monopolizzazione dell’informazione, quello della possibilità dell’indottrinamento e di una disinformazione assoluta. Se diventasse fabbrica monopolizzata di false notizie difendersene sarebbe difficile. Né la difesa potrebbe essere uno scetticismo totale e assoluto e un assoluto isolamento.
L’intelligenza artificiale potrebbe essere sotto controllo, ma poi chi controllerebbe i controllori? Sarà importante che sia identificata come tale, i suoi prodotti informativi riconoscibili e marchiati come “prodotto IA”, con scritte come quelle nei pacchetti di sigari e sigarette.
Ma non possiamo escludere a priori che in futuro l’accentramento non sia superato da una, ora improbabile, diffusione della capacità di prodursela in proprio secondo le proprie esigenze, o quanto meno che i “fabbricanti” di intelligenza artificiale siano abbastanza da escludere monopoli e cartelli.
Chi vivrà, vedrà!

 

Fonte Foto: PublicDomainPictures.netRostislav KralikCC 1.0 Deed

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