UN PROFESSIONISTA CHE SBAGLIA, PAGA! E SE SBAGLIA UN MAGISTRATO?

UN PROFESSIONISTA CHE SBAGLIA, PAGA! E SE SBAGLIA UN MAGISTRATO?

di Giuseppe Gullo

La vicenda boccaccesca che ha per protagonista il Sindaco di Santa Marinella, ex deputato PD, non meriterebbe alcuna attenzione. Rientra trai “normali pettegolezzi” che quotidianamente riempiono, al di là del tollerabile, giornali, riviste e notiziari. Siamo sommersi da informazioni che riguardano personaggi noti che ci rendono edotti di tradimenti, fidanzamenti, rotture, riconciliazioni e quant’altro li riguarda con un rilievo ben maggiore dell’inflazione galoppante e perfino degli sviluppi della tragedia Ucraina. D’altro canto ha un significato il fatto che i settimanali con la maggiore tiratura sono quelli che si occupano quasi esclusivamente di gossip. Il caso di Santa Marinella è diverso non nel contenuto bensì per le modalità con le quali è diventato di pubblico dominio.
Nel corso di un’indagine disposta dalla Procura, videocamere sistemate dai Carabinieri hanno filmato un rapporto sessuale tra quel Sindaco e una signora, diversa dalla moglie, avvenuto in una stanza del Municipio del Comune Laziale. Il filmato fa parte della documentazione depositata a corredo del procedimento pur essendo, per esplicita affermazione degli inquirenti, del tutto estraneo ai fatti per cui si indagava e ininfluente sotto tutti gli aspetti in relazione a essa. L’inchiesta era stata infatti disposta a seguito di una denuncia presentata dal Sindaco all’autorità giudiziaria per un presunto caso di corruzione riguardante altri soggetti di diversa appartenenza politica e al quale egli era estraneo. Sta di fatto che nel corso delle intercettazioni ambientali per avere riscontri dei fatti denunciati, erano stati filmati diversi incontri del Sindaco con varie signore, con una delle quali aveva avuto un rapporto sessuale consensuale.
Il fatto, estraneo all’indagine, non configurava altro e diverso reato per cui avrebbe dovuto essere espunto dalla documentazione depositata, ma così non è stato, con la conseguenza che il video ha fatto il giro dei media nel Comune e altrove in una sorta di “porno de’ noantri”. A questo punto si è scatenata, da un lato, la canea degli avversari politici del Sindaco chiedendone la testa appellandosi alla “sacralità ” della sede comunale e, dall’altro, la ricerca spasmodica dell’identità della signora che aveva concesso i suoi favori in una sede inconsueta. Nessuno, ovviamente, si è curato minimamente delle famiglie dei protagonisti, degli effetti negativi che simili notizie potevano causare a mogli, mariti e figli ferendo profondamente sentimenti molto forti e radicati, e neppure, manco a dirsi, della palese e grave violazione del diritto di ognuno alla riservatezza e alla tutela della sfera privata e personale. La signora, così attivamente ricercata, ha ammesso il fatto ribadendo che sono problemi suoi e che non dovrebbe essere possibile infangare a questo modo le persone.
Ciò che colpisce tuttavia è la circostanza che questi video, e pare ve ne siano anche altri, provengono dalla Procura, e che nessuno si è preoccupato di toglierli dagli atti, come sarebbe stato doveroso fare. È certo che tra qualche giorno di questo “scandalo ” nessuno parlerà più e resterà memoria solo nella piccola comunità nella quale è avvenuto. Non passerà invece rapidamente e facilmente la vergogna, lo sconforto, il dolore e la mortificazione di coloro che hanno subito l’onta di essere individuati come moglie o marito o figli di chi ha dato “scandalo ” ed è immortalato in video che sono già sulla rete e che, anche se provvisoriamente oscurati, torneranno in giro con un meccanismo infernale e inarrestabile. Gli inquirenti parlano di errore che, come si sa, fa parte della natura umana. A esso dovrebbe corrispondere in maniera simmetrica il dovere di verificare se vi è stata colpa e da che cosa è stata causata per poi assumere, se del caso, i conseguenti provvedimenti.
Se un medico sbaglia la diagnosi, o un avvocato la procedura, o un ingegnere i calcoli, ognuno di loro dovrà rispondere del suo operato. Se l’errore riguarda un magistrato, sembra che, come in questo caso, non succederà nulla, mentre, come minimo, dovrebbe essere sanzionato disciplinarmente, e magari trasferito in un ufficio dove potrà fare meno danno, magari alle cause di sfratto, dove potrà anche sbagliare ma almeno senza ledere la dignità delle persone.

 

Fonte Foto: Wikimedia Commons Captain RajuCC BY-SA 4.0 DEED

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